Casa, flagello nuova tassa: se fai ombra sulla strada pagherai il tuo obolo | È l’incubo TOSAP, obbligatorio ‘computo metrico’
Tosap - (cataniaoggi.it-pexels)
Nella giungla delle tasse che i contribuenti sono obbligati a pagare ce n’è una che colpisce i commercianti
In Italia la pressione fiscale rappresenta una delle principali criticità percepite dai cittadini. La sensazione diffusa è quella di dover far fronte a una mole imponente di tributi, molti dei quali considerati non solo gravosi, ma a tratti anche assurdi. Il quadro normativo di riferimento, tuttavia, impone ai contribuenti un obbligo chiaro e sancito dalla Costituzione: partecipare alla spesa pubblica secondo criteri di equità e proporzionalità.
L’articolo 53 della Costituzione italiana stabilisce che tutti devono contribuire alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva. Il principio di progressività mira a rendere più giusto il sistema tributario, adattando il carico fiscale alle possibilità economiche di ciascun contribuente. Tuttavia, questo principio, pur essendo nobile nella sua formulazione, si scontra spesso con una realtà ben più complessa, fatta di imposte percepite come ingiustificate o anacronistiche.
Due tra le imposte più malviste dagli italiani sono il bollo auto e il canone Rai. Il primo è un tributo regionale che colpisce il semplice possesso di un’automobile, indipendentemente dal suo utilizzo effettivo. Il secondo, invece, è dovuto da chiunque possegga un apparecchio televisivo, anche se non ne fa uso. Entrambe queste tasse, pur con le loro criticità, sono considerate necessarie al mantenimento di determinati servizi pubblici, come il trasporto o l’informazione.
Sebbene non esista formalmente una tassa sulla morte, i familiari di un defunto si trovano a dover affrontare una serie di spese obbligatorie. Il certificato di constatazione del decesso, le imposte comunali legate ai funerali e i costi per la sepoltura o la cremazione rappresentano un onere che grava sulle famiglie proprio in un momento delicato e difficile dal punto di vista emotivo.
La Tosap e l’occupazione del suolo pubblico
La Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (Tosap), disciplinata dal d.lgs. 507/1993, rappresenta un’ulteriore fonte di disagio per molti cittadini e commercianti. Essa viene applicata per qualsiasi occupazione di spazi appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile di Comuni e Province. Persino l’ombra di una tenda o di un balcone può costituire motivo di tassazione, generando sconcerto e proteste.
In alcune città italiane, l’ombra prodotta da tende, insegne o balconi sulla pubblica via può essere soggetta a tributo, poiché considerata una forma di occupazione del suolo pubblico. Nonostante questa tassa venga applicata su base comunale e non nazionale, la sua esistenza testimonia quanto il sistema fiscale possa sfiorare, in certi casi, il paradosso normativo.
La tassa sui funghi: natura sotto pagamento
Anche la raccolta dei funghi è soggetta a regolamentazione fiscale. Chiunque desideri praticare questa attività deve seguire un corso specifico e ottenere un permesso, il cui rilascio è subordinato al pagamento di un’imposta di bollo. Questa procedura, pensata per garantire la sicurezza alimentare, aggiunge però un ulteriore passaggio burocratico per una pratica che, per molti, dovrebbe restare semplice espressione del contatto con la natura.
Tra le imposte più obsolete ancora in vigore troviamo la tassa sulla bonifica delle paludi, risalente a un Regio Decreto del 1904. Nonostante le trasformazioni urbanistiche e ambientali avvenute nel corso del secolo, in alcune zone d’Italia, come Napoli o San Giovanni Valdarno, i cittadini continuano a pagare un contributo per interventi di bonifica risalenti a oltre un secolo fa. Una situazione che evidenzia quanto urgente sia una riforma del sistema tributario che sappia distinguere tra necessità attuali e retaggi del passato.