Case, addio muratore: il nuovo super cemento si ripara da solo | Una scazzuolata e non lo tocchi più per una vita
Casa in costruzione (Pexels) CataniaOggi
Nuovi metodi per unire una maggiore sicurezza negli edifici e la volontà di ridurre l’inquinamento. Cosa c’è da sapere.
Oggi per costruire una casa si utilizzano diversi materiali, alcuni più tradizionali e altri più innovativi, spesso con un occhio di riguardo alla sostenibilità. Tra i materiali più comuni troviamo il laterizio, come mattoni e blocchi, impiegato per la realizzazione delle murature portanti. Il calcestruzzo, spesso armato con acciaio, è fondamentale per le fondamenta, i pilastri e i solai, garantendo solidità e resistenza alla struttura.
Un altro materiale ampiamente utilizzato è il legno, sia massello che lamellare, apprezzato per le sue proprietà strutturali, l’isolamento termico e l’aspetto naturale. Per coperture e isolamenti si impiegano tegole in laterizio, membrane impermeabilizzanti e materiali isolanti come lana di roccia, polistirene o sughero.
Negli ultimi anni si sta diffondendo l’uso di materiali più ecologici e innovativi. Tra questi troviamo il legno riciclato o certificato, materiali a base di canapa o bambù, calcestruzzi con aggregati riciclati e isolanti naturali come la fibra di legno o la cellulosa. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni, migliorando al contempo il comfort abitativo e l’efficienza energetica.
Non vanno dimenticati i materiali per le finiture interne ed esterne, come intonaci, rivestimenti, pavimenti e serramenti. Anche in questo settore la ricerca si orienta verso soluzioni più sostenibili e con migliori prestazioni in termini di isolamento termico e acustico, contribuendo a creare case più confortevoli e rispettose dell’ambiente.
L’inquinamento e l’edilizia
L’industria edile è significativamente legata al problema dell’inquinamento a causa dell’elevato consumo di risorse naturali e dell’energia necessaria per la produzione dei materiali. L’estrazione di materie prime, la produzione di cemento, acciaio e laterizi sono processi energivori che rilasciano notevoli quantità di gas serra, contribuendo al cambiamento climatico.
Anche i materiali edili stessi contribuiscono all’inquinamento. Alcuni possono rilasciare sostanze nocive nell’aria e nel suolo durante la loro produzione, utilizzo o smaltimento. I rifiuti da costruzione e demolizione rappresentano una frazione considerevole dei rifiuti totali prodotti, e la loro gestione inadeguata può causare problemi ambientali.
Il nuovo materiale rivoluzionario
Il settore edile è un grande responsabile delle emissioni globali di CO2. La fabbricazione di una tonnellata di cemento rilascia circa 900 kg di CO2, contribuendo per l’8% alle emissioni mondiali. Anche l’acciaio, prodotto con carbone negli altiforni, genera un’impronta significativa, con 1,8 tonnellate di CO2 per tonnellata di materiale.
Per affrontare questo problema, la ricerca si concentra sullo sviluppo di alternative più sostenibili. Un approccio promettente è la trasformazione della CO2 in materiali solidi. Un team dell’University of Southern California ha sviluppato un metodo elettrochimico ispirato alle barriere coralline per convertire la CO2 in compositi polimerici e minerali stampabili in 3D, che risultano durevoli e capaci di mantenere la loro struttura anche in caso di incendio, oltre ad essere riparabili tramite corrente elettrica.