martedì 30 Aprile 2024
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Mons. Renna scrive alla madre che ha abbandonato il figlio

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"Ma chi si prendera' cura di te, e di altre mamme come te?"

“Carissima N, ti scrivo dopo alcuni giorni in cui non ho mancato di pregare per te e per il tuo bambino, deposto qualche giorno fa in una cesta, raccolto da mani amorevoli e da due servitori dello Stato (cioe’ di tutti noi), e che ora ha un nome”. Cosi’ comincia la toccante lettera scritta dall’arcivescovo di Catania Luigi Renna alla mamma che ha abbandonato il figlio, trovato sabato scorso in via Rametta dai carabinieri.

Renna s’interroga e chiede: “Chissa’ come avresti voluto fosse chiamato il tuo bambino! Chissa’ quale nome gli hai dato segretamente! Credo in Dio, e ritengo che il Suo Amore ha permesso che Germano si salvasse da una morte che sarebbe potuta sopravvenire molto presto, in un luogo pericoloso come la strada. Germano ora avra’ chi si prendera’ cura di lui, ne sono certo, cosi’ come e’ avvenuto dal primo momento: e’ segno che c’e’ sempre qualcuno disposto a darci una mano, e quando questo ‘qualcuno’ e’ un membro delle Forze dell’Ordine, i medici e gli infermieri di un ospedale, gli assistenti sociali, vuol dire che questa nostra Repubblica ha ancora a cuore le persone …”.

“Ma chi si prendera’ cura di te, e di altre mamme come te?”, si chiede ancora Renna, che prosegue: “Credo che il tuo gesto di lasciare Germano in una cesta, come il piccolo Mose’ esposto sulle acque del Nilo e salvato dalla figlia del faraone, sia stato un atto estremo e disperato, meditato a lungo nei mesi in cui hai tenuto nascosto un segreto che ti ha cambiato la vita. Intanto ti ringrazio, a nome del tuo bambino e della famiglia che sara’ sua, perche’ gli hai dato la vita e l’hai fatto nascere! Sei gia’ grande per questo! Ti consoli questa gratitudine, mentre il tuo cuore sanguina.

Sarebbe potuto andare tutto diversamente anche per te, come per tante mamme che partoriscono nella sicurezza di un ospedale e lasciano che il loro piccolo rimanga li’ al sicuro, anche se loro non riescono a prendersene cura. Ma pazienza! Ora la tua vita continua… Vorrei che ti riconciliassi con te stessa, che la disperazione di quel giorno lasci spazio ad un futuro diverso, in cui tuo essere donna e mamma, il tuo essere compagna di un uomo o sposa, non sia piu’ vissuto nella solitudine”.

Monsignor Renna fa un appello: “Se sei credente, riconciliati anche con Dio, Padre misericordioso: Egli solo e’ in grado di risanare le ferite piu’ profonde del nostro spirito. Catania e’ una citta’ con tanti mali, ma e’ anche abitata da tante persone disposte a prendersi cura degli altri: cerca una spalla su cui piangere, una persona a cui aprirti con discrezione, che sappia ascoltare la tua rabbia e quelle speranze di tenere Germano, che forse hai coltivato fino alla fine. Oggi tu hai bisogno di calore, come ne ha bisogno Germano…

Scrivo a te, ma anche a tante giovani donne come te. Permettete che vi dica che con l’amore e con ‘la sorgente della vita’, ossia la sessualita’, non si scherza, perche’ essa non dona solo il calore dell’intimita’, ma procrea e apre al meraviglioso formarsi di una vita umana. Per questo non puo’ essere oggetto di un gioco, o di un flirt, ma e’ data per essere un atto di amore responsabile, che guarda al futuro… Scrivo a te, e alle tante ragazze che hanno le cosiddette ‘gravidanze indesiderate’: e vi invito a riflettere! Ad onore della verita’, la gravidanza e’ l’attesa di un bambino, di un Germano, di un Alfio, di un’Agata, di una persona unica e irripetibile! Chiameresti un bambino, un ‘indesiderato’? Oggi ci sono tanti modi per accompagnare la vita dei bambini ‘indesiderati’, e di sostenere le loro mamme! Coraggio! Apritevi ancora al futuro di donne e di mamme, con amore e responsabilita’. E tu, cara N., sii testimone discreta che la vita vale davvero e che ogni Germano ha diritto a vivere!”.

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