Tra i 31 cittadini premiati dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con il Merito della Repubblica Italiana, ci sono due donne siciliane che hanno colpito per il loro straordinario impegno: Angela Isaac e Giuseppina Sgandurra. Due storie diverse, ma unite da un filo comune: il coraggio di mettersi in gioco per gli altri.
Angela Isaac, 28 anni, nigeriana di origine ma catanese d’adozione, è stata premiata per un gesto che ha dell’incredibile. Durante l’alluvione che ha colpito Catania il 19 ottobre 2024, Angela non ha esitato a tuffarsi nelle acque impetuose di via Ethea per salvare un motociclista in difficoltà. Senza pensare al pericolo, ha agito d’istinto, dimostrando un altruismo che ha commosso tutti. La sua storia è un esempio di come, nei momenti più bui, l’umanità possa fare la differenza.
Qualche tempo fa, in un nostro articolo, avevamo proposto di conferire ad Angela il Premio Sant’Agata, un riconoscimento che celebra chi si distingue per atti di coraggio e generosità. L’amministrazione ha scelto di premiare un’altra figura, altrettanto meritevole. Crediamo che il gesto di Angela meriti comunque un riconoscimento speciale. La sua azione non è solo un atto di eroismo, ma un messaggio di speranza e unità.
Dall’altra parte c’è Giuseppina Sgandurra, 49 anni, originaria di Pachino, premiata per il suo contributo alla ricerca scientifica. Giuseppina è la responsabile di un progetto che utilizza l’intelligenza artificiale per studiare le paralisi cerebrali, con l’obiettivo di sviluppare strumenti clinici che possano migliorare la diagnosi e la vita di chi soffre di queste patologie. Insieme al collega sardo Giovanni Arras, ha dedicato anni di lavoro silenzioso ma appassionato, dimostrando che la scienza può essere un potente strumento di cambiamento.
Le storie di Angela e Giuseppina ci insegnano che l’eroismo non ha un’unica forma. Può essere un gesto impulsivo e coraggioso, come quello di Angela, o un impegno costante e appassionato, come quello di Giuseppina. Entrambe ci ricordano che ognuno di noi, nel proprio piccolo, può fare la differenza.