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Blitz antimafia nel Catanese: nove arresti nell’operazione “Old Horse”

Su delega della Procura di Catania, diretta dal Procuratore Francesco Curcio, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania, con il supporto della Compagnia di Intervento Operativo (C.I.O.) del XII Reggimento “Sicilia”, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di nove persone (tutte tradotte in carcere). Le accuse comprendono “associazione a delinquere di stampo mafioso a carattere armato, estorsione, acquisto, detenzione e cessione di stupefacenti aggravate dal metodo mafioso”.

L’indagine, avviata dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Gravina di Catania tra marzo 2021 e aprile 2023, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e trae origine dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, oltre che dalle risultanze investigative emerse da precedenti operazioni chiamate “Sotto Scacco” e “Black Lotus” (eseguite rispettivamente nel 2021 e nel 2019). Tali operazioni avevano già permesso di delineare l’organigramma dei gruppi criminali affiliati alla famiglia Santapaola-Ercolano attivi in diversi comuni della provincia di Catania, in particolare Belpasso e San Pietro Clarenza.

Ulteriori approfondimenti, svolti anche mediante attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari sulla sussistenza, l’operatività e l’egemonia della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano nei territori di San Pietro Clarenza e Belpasso, principalmente impegnata in estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti.

Sulla base degli indizi raccolti (restando ferma la presunzione di innocenza), è stato possibile ricostruire l’organizzazione del gruppo, individuando vertici, ruoli e gerarchie. Oltre alla gestione delle proprie attività, il sodalizio avrebbe mantenuto rapporti con altre organizzazioni criminali, avvalendosi di azioni intimidatorie e violente per consolidare la propria supremazia.

I proventi delle estorsioni e del traffico di stupefacenti sarebbero confluiti in una cassa comune, tipica delle organizzazioni mafiose, destinata anche al sostegno degli affiliati detenuti.

Il nome dell’operazione, “Old Horse” (vecchio cavallo), deriva dall’attività lavorativa di Orazio Giuseppe Santonocito, ritenuto il principale indagato. Titolare di una macelleria equina a San Pietro Clarenza, dal 2016 avrebbe ricoperto il ruolo di responsabile della famiglia catanese di Cosa Nostra nei comuni di San Pietro Clarenza e Belpasso. La macelleria, secondo le investigazioni, sarebbe stata anche il luogo in cui Santonocito incontrava gli affiliati per pianificare le attività criminali o per convocare le vittime di estorsione.

Chiamato “il macellaio di San Pietro Clarenza” dagli affiliati durante le pressioni estorsive, Santonocito veniva spesso evocato per incutere timore nelle vittime e costringerle ad aderire alle richieste illecite. Avrebbe inoltre gestito personalmente il settore delle estorsioni finalizzate al recupero crediti, assumendo funzioni “paragiurisdizionali” in cui, avvalendosi del metodo mafioso, minacciava o esercitava violenza.

Negli episodi estorsivi contestati agli indagati – riferiti a mediazioni illecite per il pagamento di debiti – sarebbe emerso il conseguimento di indebiti vantaggi per l’organizzazione, sia in somme di denaro che in beni materiali (ad esempio generi alimentari) destinati anche ai detenuti affiliati.

Lo spaccio di marijuana, pur non costituendo l’attività prevalente del gruppo, sarebbe stato gestito da Alfio Caruso, considerato il “braccio destro” di Santonocito sulla base degli indizi raccolti. Lo scopo sarebbe stato anche quello di impedire l’ingresso di altre compagini criminali nelle zone di San Pietro Clarenza e Belpasso.

A sostegno del quadro indiziario, durante le indagini sono stati effettuati tre arresti in flagranza di reato per “estorsione aggravata dal metodo mafioso”, che hanno posto fine alla riscossione illecita ai danni di un imprenditore locale. Nell’ambito di tale procedimento, in primo grado è già stata emessa una sentenza di condanna, tra gli altri, proprio nei confronti di Santonocito e Caruso. Agli indagati sono state contestate ulteriori condotte estorsive ai danni della stessa vittima, non rilevate al momento dell’arresto in flagranza.

Tra i destinatari del provvedimento ci sono: Alfio Caruso, 54 anni, nato a San Pietro Clarenza, Alfio Currao, 55 anni, nato ad Adrano, Alessandro De Luca, 48 anni, nato a Catania, Angelo Di Stefano, 61 anni, nato a Catania, Santo Laudani, 54 anni, nato a Piazza Armerina (EN), Daniele Licciardello, 49 anni, nato a Catania, Paolo Daniele Nicolosi, 38 anni, nato a Catania, Orazio Giuseppe Santonocito, 69 anni, nato a San Pietro Clarenza, Barbaro Stimoli, 44 anni, nato a Paternò.

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Alfio Musarra