L’assassinio di Piersanti Mattarella, ci sono i nomi dei presunti Killer
A distanza di quasi mezzo secolo dall’omicidio del presidente della Regione Siciliana, Piersanti Mattarella, emergono sviluppi che potrebbero fare luce su uno dei misteri più intricati della storia italiana. Dopo l’anticipazione di ieri di Repubblica, oggi vengono resi noti anche i nomi degli indagati. La procura di Palermo ha intensificato le indagini con un lavoro certosino iniziato sei anni fa. Magistrati e investigatori di diverse forze di polizia hanno riesaminato minuziosamente le prove raccolte dal 6 gennaio 1980 e interrogato nuovamente numerosi collaboratori di giustizia.
Questi sforzi hanno portato a una svolta: i boss mafiosi Antonino Madonia e Giuseppe Lucchese, rispettivamente 28 e 22 anni all’epoca, sono stati iscritti nel registro degli indagati. Le nuove prove indicano che furono loro gli esecutori materiali del delitto, agendo su mandato della Cupola di Cosa nostra. Questo ribalta ipotesi iniziali che vedevano coinvolti esponenti dell’estremismo di destra, rivelatesi poi depistaggi orchestrati per sviare le indagini. Ulteriori elementi, come la sparizione di un guanto nero trovato nell’auto di Mattarella, suggeriscono legami con ambienti deviati delle istituzioni, alimentando l’ipotesi di una rete di potere tra mafia, politica e apparati istituzionali corrotti, tutti interessati a eliminare il presidente siciliano.
Piersanti Mattarella, con il suo impegno per riformare la Sicilia e liberarla dalla morsa della mafia, resta una figura simbolo di integrità e coraggio. La sua visione politica, volta a trasformare l’Isola in una regione moderna e competitiva, rappresenta un faro per chi ancora oggi crede nel cambiamento. Salvatore Butera, uno dei più stretti collaboratori di Mattarella, in un intervista rilasciata a Repubblica, lo ricorda come un uomo “con grandi progetti di riforma, diventato scomodo per il suo impegno”. Butera invita a rileggere le sue parole, considerandole “un antidoto contro la decadenza della politica di oggi”. La sua capacità di superare barriere culturali e strutturali per portare la Sicilia a un livello di sviluppo moderno lo rende ancora oggi una figura di straordinaria modernità e rilevanza storica.