Galvagno: “stop ai fondi diretti alle associazioni e riforme per una Sicilia più trasparente”
Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha dichiarato di voler evitare che i fondi pubblici siano assegnati direttamente a specifiche associazioni all’interno delle manovre dell’Ars. Nonostante la sua militanza attuale in Fratelli d’Italia, fino ai trent’anni aveva militato tra le fila degli autonomisti di Lombardo, per poi scommettere su un partito, Fratelli d’Italia, che nel 2017 era al 5%, convinto dal concittadino Ignazio La Russa. “Se non ci fosse stato Ignazio, magari avrei avuto comunque il record di voti, ma oggi senza di lui sarei al massimo nella commissione randagismo,” afferma.
Galvagno ha recentemente raggiunto il secondo anniversario della sua elezione, ma non ha celebrato, preferendo dedicare il suo tempo ai luoghi colpiti dal maltempo, come Giarre, dove ha incontrato persone che hanno perso la casa. Il giorno è stato anche segnato dalle polemiche sul caso Auteri, legato ai contributi al turismo, e sulle pratiche di finanziamento che coinvolgono diversi partiti, inclusa Fratelli d’Italia. “Se non ci fosse stata l’associazione della madre di Auteri, il problema sarebbe sorto comunque,” ha commentato, sottolineando che la questione dei fondi riguarda tutti i partiti.
Galvagno propone una riforma per rimuovere i contributi diretti a singole associazioni e creare un bando unico, affidato all’assessorato al Turismo, per l’accesso ai fondi, dicendo: “Dobbiamo pensare a un sistema che premi il merito,” pur riconoscendo le difficoltà per le associazioni di nuova costituzione. Spiega poi che il meccanismo di ripartizione dei fondi tra i gruppi politici si basa sull’attenzione dei deputati per i territori, e considera legittimo discutere in aula su come distribuire le risorse. Lo dice in un intervista rilasciata a Repubblica Palermo.
Galvagno è fermo nel rifiutare ulteriori rinvii per le elezioni provinciali, a meno che non ci sia una nuova normativa nazionale. È anche impegnato in riforme come la legge “Liberi di scegliere,” volta a supportare le famiglie fragili e a reintegrare i giovani in difficoltà, e auspica che la norma sulla rappresentanza di genere nelle giunte venga approvata. Sostiene la revisione del reddito di povertà proposta da Schifani, sostenendo che i sussidi debbano essere riservati ai soggetti inabili al lavoro.
Riguardo al proprio futuro, Galvagno confessa il sogno di diventare presidente della Regione, anche se, per ora, spera che Schifani possa continuare per un altro mandato. Conclude scherzosamente: “Schifani è il nostro Trump,” lasciando intendere una sua aspirazione a dare ancora di più alla politica regionale.