Grande Sicilia: un nuovo progetto politico tra autonomia, civismo e visione liberale per rilanciare l’Isola

Grande Sicilia apre i battenti a Enna: il nuovo movimento politico, fondato da Gianfranco Miccichè, Raffaele Lombardo e Roberto Lagalla, è stato presentato oggi in una manifestazione pubblica. Il logo riporta in evidenza le parole “civici, autonomisti, democratici”, a indicare l’ampio spettro di riferimenti politici e culturali che il progetto intende accogliere.

Il primo intervento è stato quello del presidente dell’ARS Gaetano Galvagno, che ha voluto ricordare gli anni vissuti a stretto contatto con la famiglia Lombardo: “in particolare con Giuseppe, in un percorso di militanza politica e universitaria condotto con passione, coraggio, visione e tanto lavoro. Ho espresso la mia grande soddisfazione nell’ascoltare il Presidente della Regione, Renato Schifani, a cui confermo stima e affetto per la sua dedizione, il suo garbo istituzionale e per la reale collaborazione instaurata tra Governo, Presidenza e Assemblea, in risposta a chi prova a dipingere una contrapposizione che non esiste. Tra i risultati più significativi di questa sinergia, spicca l’approvazione della finanziaria per ben due volte negli ultimi due anni senza ricorrere all’esercizio provvisorio: un traguardo quasi ordinario, ma che da oltre vent’anni non si realizzava. Un successo frutto di contingenze più favorevoli, certo, ma anche di responsabilità condivisa da forze di maggioranza e opposizione.

Al Presidente Schifani, presente in prima fila,  rivolgo un augurio che vada ben oltre i due anni e mezzo di legislatura che mancano: gli auspico infatti di poter proseguire per altri sette anni e mezzo, rafforzato dal sostegno del gruppo, del Movimento Grande Sicilia, che riunisce esperienze varie e una moltitudine di giovani, veri motori di questa nuova realtà. A tutti i presenti, e a quanti contribuiscono a questo progetto, dico “in bocca al lupo”: proseguiamo insieme, con la stessa passione e lo stesso coraggio che hanno sempre caratterizzato il nostro impegno politico.

Roberto Lagalla sindaco di Palermo nel ringraziare il Presidente della Regione Siciliana per la costante vicinanza: “l’amicizia e la collaborazione, non solo politica ma personale, che viviamo ogni giorno. Ringrazio il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana per aver ricordato i momenti condivisi quando ero assessore regionale all’Istruzione e Formazione Professionale. Ringrazio Raffaele, ringrazio Gianfranco, che si sono uniti a me in questo esperimento – come amo definirlo da professore – e Francesco Verderami, che ci ha delineato il perimetro all’interno del quale dobbiamo confrontarci quotidianamente.

Grazie soprattutto a ciascuno di voi: la vostra presenza testimonia vicinanza e speranza. La politica, infatti, si nutre di speranza, anche quando non sempre intercetta le risposte che i cittadini si aspettano. La politica è arte, è ragione ma anche sentimento; è riflessione ed emozione. Deve declinarsi attraverso paradigmi che considero fondamentali: la responsabilità verso le persone e i territori, lo sguardo al futuro, la consapevolezza del presente. Vogliamo offrire alla Sicilia un interlocutore serio, credibile, responsabile. Partiamo dai comuni, dai sindaci, perché fare il sindaco è un gesto di coraggio, di amore per la polis. Amministrare significa soprattutto ascoltare: la politica spesso dimentica quanto sia importante l’ascolto.

Siamo qui forti di un’età anagrafica che ci ha dato esperienza, e di un bagaglio politico che può davvero contribuire. Il nostro obiettivo è ritrovare il senso dello stare insieme, all’interno di un centrodestra leale verso gli alleati ma convintamente dalla parte della gente, mettendo al primo posto il rispetto della persona. Per la Sicilia vogliamo sviluppare le professioni, la scuola, l’università, la ricerca, l’innovazione, sostenendo start-up e transizione digitale. Palermo e Catania sono già poli fondamentali di questo processo, e noi puntiamo a creare un nuovo baricentro del digitale in Europa e in Occidente. Desideriamo un’autonomia ampia, non solo regionale, ma delle coscienze, delle intelligenze, delle creatività. Vogliamo rafforzare la cultura, l’arte, l’inventiva, e incanalare questi elementi in un progetto che renda la nostra isola un luogo dove chiunque possa scegliere di restare o di tornare. Oggi vediamo buoni segnali da parte del Governo regionale, ma occorre consolidarli per offrire continuità alle prossime generazioni. La politica deve essere visionaria e generosa: soltanto così potremo davvero regalare una Sicilia migliore, in cui la speranza, finalmente, si trasformi in una realtà concreta.»

Gianfranco Miccichè, nel suo intervento, inizia senza convenevoli, rivendicando il proprio impegno continuo e la fiducia accordata alla politica anche nei momenti più difficili. Si rivolge direttamente al Presidente Schifani, dichiarando di credere sinceramente nelle sue capacità, poiché in passato ha già dimostrato di saper “alzare la voce” e ottenere risultati concreti quando necessario. Miccichè richiama il concetto di “merito” come indispensabile in qualsiasi incarico di rilievo: serve “uno bravo” in ogni posizione chiave. Critica quindi l’eventualità di lasciare ruoli di responsabilità a persone incompetenti o dannose per il bene pubblico, portando come esempio alcune situazioni legate alla sanità e agli ospedali. Secondo lui, proprio il disinteresse o la cattiva gestione di certi amministratori può costare la vita a molte persone, e i cittadini non tollerano più simili inadeguatezze.

Sottolinea poi l’importanza di saper attirare investimenti e talenti, raccontando il progetto Rime di Carini e l’accordo italo-americano per far rientrare in Italia scienziati emigrati. Ribadisce che tali iniziative hanno bisogno di un contesto adeguato: scuole di qualità, servizi moderni e opportunità di svago, altrimenti i professionisti fuggiranno nuovamente all’estero. Miccichè crede nel nuovo partito perché ritiene di condividere l’obiettivo di “migliorare la situazione” con i suoi due compagni di progetto, Lombardo e Lagalla. Esorta il Presidente Schifani a farsi garante del cambiamento, affinché i cittadini possano riconoscere un’efficace opera di governo, indispensabile anche per dare credibilità alla stessa classe politica. Conclude ringraziando tutti coloro che lo hanno sostenuto nei momenti difficili e invitando i giovani, definiti “digitali” in contrapposizione alla sua formazione “analogica”, a farsi carico dello sviluppo e del futuro della Sicilia, perché il progresso passa inevitabilmente attraverso la loro attiva partecipazione.

A chiudere i lavori, ci ha pensato Raffaele Lombardo, dove sottolinea come l’incontro non rappresenti un traguardo definitivo, bensì un punto di partenza per un nuovo movimento politico che fonda le proprie radici in tre componenti: l’autonomismo, la cultura liberale e l’esperienza civica. L’obiettivo è costruire una “grande Sicilia” attraverso l’unione di diverse anime, accomunate dalla volontà di dare risposte concrete ai bisogni del territorio e di rinnovare profondamente la politica regionale. Lombardo ringrazia i presenti e in particolare il Presidente Schifani, ricordando come i rapporti iniziali con quest’ultimo fossero meno pacifici, ma evidenziando ora stima e vicinanza reciproca. L’intervento insiste sulla necessità di coinvolgere i sindaci e gli amministratori locali, spesso costretti a gestire bilanci difficili e situazioni di dissesto, spingendoli a fare rete per condividere le migliori soluzioni amministrative. Per Lombardo, la chiave è unire le forze e creare liste civiche non meramente strumentali, ma radicate nei reali bisogni dei cittadini.

Il nuovo soggetto politico mette insieme, oltre all’esperienza autonomista di Lombardo, anche la visione liberale di Gianfranco Miccichè e il civismo rappresentato da Roberto Lagalla, sindaco di Palermo. In più, l’adesione di Giancarlo Cancelleri (ex esponente di punta del Movimento 5 Stelle) testimonia la volontà di coinvolgere quella spinta al cambiamento e alla moralizzazione della cosa pubblica emersa negli ultimi anni. L’obiettivo è formare una “casa comune” che si rivolga a docenti, professionisti, giovani, amministratori e a chiunque voglia dare un contributo concreto allo sviluppo dell’isola. Lombardo richiama il metodo “dal basso”: bisogna parlare con consiglieri, sindaci, giovani, offrendo un luogo politico capace di valorizzarne esperienze e competenze, anziché sfruttarle. Egli auspica un rinnovamento che passi per le infrastrutture (strade, depuratori, forestazione) e per i servizi essenziali, menzionando anche il ricordo di passate mobilitazioni contro il rischio di trasformare la Sicilia in una discarica nazionale. L’azione politica, a suo avviso, deve tradursi in iniziative e progetti tangibili, non ridursi a slogan o semplici accordi di potere.

Un altro punto cruciale è la centralità dei giovani: Lombardo li invita a impegnarsi subito, a costruire reti e strutture territoriali che non si esauriscano nelle competizioni elettorali. Ai giovani, ribadisce, non spetta solo il futuro, ma soprattutto il presente. Li esorta a crescere numericamente e a prendere “le redini” del movimento, mentre le generazioni più mature devono fornire sostegno, saggezza ed esperienza. In conclusione, Lombardo richiama i valori di lealtà, onestà e concretezza, sottolineando la necessità di lavorare con dedizione e di evitare scorciatoie offerte da individui interessati più al voto di scambio che al bene collettivo. La sua visione rimane fortemente radicata nel centrodestra, ma aperta a collaborazioni con chiunque condivida l’idea di un rilancio effettivo della Sicilia, partendo da un rinnovamento reale della politica regionale.