Indagine sui fondi culturali in Sicilia: la Corte dei Conti e l’autosospensione di Auteri
La Corte dei Conti ha avviato un’indagine sui fondi pubblici destinati a enti e associazioni culturali in Sicilia, a seguito di un esposto presentato da 31 associazioni culturali e dello spettacolo, assistite dall’avvocato Francesco Mauceri. Secondo queste associazioni, i fondi sarebbero stati distribuiti in modo discrezionale, violando il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione.
Il gruppo Latitudini, promotore dell’esposto, ha richiesto l’intervento del Consiglio dei Ministri per verificare la costituzionalità del sistema di assegnazione dei fondi, segnalando l’assenza di trasparenza nella selezione dei beneficiari e denunciando l’esclusione di molte realtà culturali. Di fronte a tali critiche, il legislatore siciliano ha recentemente modificato il metodo di assegnazione, evitando di specificare i beneficiari attraverso emendamenti e inserendo le somme direttamente nei capitoli di bilancio, rendendo più complessa l’identificazione dei destinatari.
Le polemiche sono ulteriormente alimentate dai contributi assegnati a due associazioni legate, secondo quanto emerso, al deputato di Fratelli d’Italia, Carlo Auteri, il quale è stato al centro di una controversia mediatica dopo la diffusione di un audio da parte di La7, in cui sarebbe stato udito minacciare il deputato Ismaele La Vardera. Auteri, che ha successivamente chiesto scusa, è stato denunciato da La Vardera per minaccia a corpo politico.
In seguito alla vicenda, Auteri ha annunciato la sua autosospensione dal partito Fratelli d’Italia, affermando: “In queste ore, a seguito della vicenda che mi ha coinvolto, ho deciso di autosospendermi per tutelare il buon nome della mia comunità e della politica che rappresento. Voglio che sia fatta piena chiarezza su ogni aspetto delle accuse che mi sono state rivolte, e lo farò carte alla mano, con la massima trasparenza e serenità”.
Auteri ha inoltre precisato di sentirsi vittima di una situazione strumentalizzata, evidenziando che i fondi in questione risalirebbero al periodo Covid, erogati prima del suo ingresso all’Ars, il 18 gennaio 2023. “Questo fatto cruciale è stato ignorato”, ha dichiarato, ribadendo il suo impegno a dimostrare la propria integrità e il rispetto della legge che ha sempre guidato il suo operato.