“La politica deve decidere”: Galvagno risponde alle critiche sulle norme Ars

Gaetano Galvagno

Il presidente dell’Ars a tutto campo su contributi, governo regionale, partito e futuro personale

“Non si finisce mai di imparare, ma bisogna anche evitare di ripetersi”. Così il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, commenta la notizia – ormai ufficiale – che neppure il Mef ha impugnato le cosiddette “norme mancetta” approvate dall’Ars. In un’intervista rilasciata a La Sicilia a fimra di Mario Barresi questa mattina in edicola, Galvagno difende l’operato dell’Aula, rivendicando la funzione politica delle scelte fatte: “Le difendo, perché nessuno ha ancora individuato un metodo più equo per sostenere i Comuni, specie quelli in difficoltà”.

A chi lo accusa di alimentare un sistema clientelare nei contributi diretti, Galvagno risponde secco: “Mi sento di stare accanto all’ultimo paesino in difficoltà. La politica deve sostenere chi ce la mette tutta per rimanere operoso. E non possiamo ignorare i Comuni che, senza tecnici o funzionari, non riescono a produrre la documentazione per accedere ai finanziamenti”.

Il presidente dell’Ars sottolinea che “non si può fare di tutta l’erba un fascio”, soprattutto quando si parla di associazioni: “Ce ne sono tante che fanno cose importanti e vanno sostenute. Si trovi un criterio serio, non solo per i Comuni ma anche per lavoratori dimenticati come i forestali o quelli dei consorzi di bonifica”.

Sulla manovra regionale, Galvagno difende la visione di Renato Schifani, ricordando il lavoro fatto “in tempi non sospetti” contro la minaccia dei dazi, e conferma che è in corso un dialogo col governatore per limitare il voto segreto all’Ars: “Sarebbe una grande svolta di trasparenza. Decideremo insieme se proporlo prima o dopo l’estate”.

Il presidente dell’Ars non nasconde un certo rammarico per il mancato ritorno al voto diretto nelle Province: “Non dipendeva da questo Parlamento, ma da grande fan della democrazia dispiace non aver dato ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti”.

Quanto alle tensioni nel centrodestra, Galvagno minimizza: “La guida dell’onorevole Luca Sbardella sta facendo molto bene a Fratelli d’Italia in Sicilia. Nessun deputato di FdI non è allineato. E Manlio Messina? È un soldato, ha fatto un passo indietro per responsabilità. Ma per me è stato un passo avanti”.

Galvagno respinge anche le insinuazioni su un suo possibile futuro da candidato presidente della Regione nel 2027: “Mi piacerebbe ripetere l’esperienza alla guida dell’Ars, ma sono un militante a disposizione del partito. Saranno i leader a decidere se mi vorranno in Europa, a Roma, o magari alla commissione randagismo”.

Infine, una riflessione personale sul ricambio generazionale nella politica siciliana: “In Fratelli d’Italia è già iniziato. Io ne sono la dimostrazione, sono stato eletto presidente dell’Ars a 37 anni. Ma non credo nella rottamazione: serve unire l’energia dei giovani all’esperienza dei grandi”.

Un’intervista che fotografa il pensiero di Galvagno tra orgoglio, pragmatismo e visione politica, nel mezzo di una legislatura segnata da tensioni interne e sfide complesse.