Operazione della Guardia di Finanza: eseguite misure cautelari e sequestri per oltre 8,2 milioni di euro
Questa mattina, oltre 120 finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno avviato un’operazione su larga scala in diverse province italiane, tra cui Catania, Caltanissetta, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Cosenza, Vibo Valentia, Napoli, Roma, Viterbo e Varese. Coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania, l’operazione si è svolta con il supporto dei Comandi Provinciali coinvolti e del I Gruppo etneo, portando a numerosi arresti e sequestri.
L’ordinanza, emessa dal GIP del Tribunale di Catania, ha coinvolto 29 persone, 15 delle quali sono state colpite da misure cautelari personali: due arresti in carcere, quattro arresti domiciliari e nove misure interdittive. Sono stati inoltre sequestrati 28 società, beni mobili, immobili e risorse finanziarie, per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro.
Tra gli indagati vi sono un 55enne originario di Cosenza, responsabile della rete commerciale in Calabria e Lazio, e un altro 55enne di Catanzaro, referente di strutture ricettive attive in Calabria, che operava come imprenditore, consulente del lavoro e gestore delle scritture contabili per conto di società clienti dei consorzi. Inoltre, una 42enne di Nicosia e una 56enne di Roma erano incaricate della gestione amministrativa dei clienti, degli adempimenti giuslavoristici per i lavoratori delle consorziate e della comunicazione con i rappresentanti legali dei consorzi. Per questi quattro, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari.
Altri nove collaboratori esterni, coinvolti nella gestione amministrativa delle società e incaricati di fungere da prestanome, sono stati colpiti dal divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche per un anno. Questi ultimi avrebbero anche informato i principali indagati in caso di avvio di attività ispettive da parte della Guardia di Finanza.
I reati contestati comprendono associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione dei redditi infedele e indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. Durante le perquisizioni, anche di tipo informatico, i finanzieri hanno esaminato documenti e dispositivi dei rappresentanti legali delle aziende ‘clienti’ maggiormente coinvolte nella somministrazione illecita di manodopera.