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Operazione “Mercurio”: misure cautelari e sequestri per un milione di euro

Su delega della Procura Distrettuale di Catania guidata da Francesco Curcio, i Carabinieri del Ros hanno eseguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 19 soggetti ritenuti gravemente indiziati di partecipare al clan Santapaola-Ercolano e alla sua proiezione di Ramacca. Il provvedimento è stato eseguito, da oltre 100 militari, nei territori delle province di Catania (Catania, Ramacca e Palagonia) e Bologna. Gli indagati sono accusati, a vario titolo e con 15 differenti capi d’imputazione, di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione e trasferimento fraudolento di valori. Contestualmente, è stato notificato un decreto di sequestro preventivo di beni (due società operanti nel settore delle onoranze funebri) per un valore complessivo di 300mila euro.

Nell’attuale fase del procedimento, in cui non si è ancora svolto il contraddittorio tra le parti, le indagini – prosecuzione naturale del procedimento “Agorà” – gli investigatori avrebbero  riscostruito un grave quadro indiziario, ritenuto solido dalla questa Procura e condiviso dal Giudice, sulle attività criminali della famiglia catanese dei Santapaola-Ercolano, portate avanti attraverso gruppi storicamente collegati, quali quello di Castello Ursino e la famiglia di Ramacca. Quest’ultima, secondo quanto ricostruito, avrebbe mantenuto la propria egemonia sul territorio grazie a una rete di affiliati rimasta attiva anche dopo l’operazione “Agorà” del 2022, che aveva condotto all’arresto di colui che, sulla base degli elementi raccolti, dove secondo la ricostruzione ne risultava il vertice, Pasquale Oliva.

Il materiale indiziario avrebbe inoltre messo in luce la capacità di questi gruppi di infiltrarsi nelle Istituzioni, sostenendo l’elezione di soggetti politici locali in occasione delle consultazioni comunali di Misterbianco e Ramacca del 2021 e dell’Assemblea Regionale Siciliana del 2022.

In particolare, le indagini– come specificato a livello indiziario – avrebbero ricostruito l’organigramma del gruppo mafioso del Castello Ursino, con a capo, secondo l’accusa da Ernesto Marletta e come organizzatore Rosario Bucolo. Quest’ultimo, secondo la ricostruzione, tramite altri affiliati, sarebbe stato coinvolto sia nella gestione di estorsioni ai danni di attività commerciali e imprenditoriali del centro di Catania (mediante la dazione di denaro o l’imposizione di manodopera), sia nel trasferimento fraudolento di valori attraverso intestazioni fittizie di imprese. Le indagini avrebbero anche evidenziato la capacità del gruppo di condizionare l’attività della Pubblica Amministrazione per perseguire propri interessi economici, in particolare nel settore degli appalti pubblici. Su questo punto, emergerebbero relazioni tra i vertici del sodalizio e politici locali e regionali, come Matteo Marchese e Giuseppe Castiglione, attuale deputato regionale dell’MPA.

Dalle indagini, emergerebbe che, nelle elezioni amministrative del Comune di Misterbianco del 24 ottobre 2021, il candidato della lista “Sicilia Futura” Matteo Marchese “avrebbe accettato la promessa di voti da parte del clan Santapaola-Ercolano – Domenico Colombo, in cambio dell’impegno a favorire gli interessi economici dell’associazione (nel settore dei lavori pubblici). Marchese risulterà quindi eletto consigliere comunale”.

Sempre secondo gli elementi raccolti in fase d’indagine, in prossimità delle consultazioni elettorali per l’Assemblea Regionale Siciliana del 15 ottobre 2022, si sarebbe registrato un patto tra i vertici dell’articolazione mafiosa Santapaola-Ercolano – identificati in Marletta Ernesto, Bucolo Rosario e Colombo Domenico – e Giuseppe Castiglione, candidato nella lista “Popolari ed Autonomisti” per l’ARS, all’epoca già presidente del Consiglio Comunale di Catania. L’accordo, secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe stato mediato da Giuseppe Coco, dove avrebbe previsto l’accettazione di voti da parte di Castiglione, a fronte della promessa di soddisfare gli interessi del sodalizio (tra cui l’assegnazione di appalti e servizi relativi alla gestione del cimitero di Catania). Castiglione risulterà poi eletto deputato all’ARS e successivamente componente della Commissione d’inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia e della corruzione in Sicilia.

Parallelamente, l’indagine sul ramo di Ramacca avrebbe permesso di individuare gli uomini di fiducia di Pasquale Oliva, con il compito, secondo quanto emerso, di mantenere il controllo del territorio e di curare gli affari economici della famiglia mafiosa. Fra questi, Vincenzo Rizzo, che secondo l’accusa, “avrebbe agito come organizzatore nei territori di Palagonia e Ramacca”.

In questo contesto, è emerso come la cosca di Ramacca abbia cercato di orientare l’esito delle elezioni comunali dell’11 ottobre 2021 tramite un accordo tra due affiliati (Antonio Di Benedetto e Salvatore Mendolia) e i candidati a sindaco e consigliere – Nunzio Vitale e Salvatore Fornaro, entrambi nella lista “Ramacca costruiamo una bella storia”. In cambio di un sostegno elettorale, i due politici si sarebbero impegnati, secondo i gravi indizi raccolti, ad affidare lavori pubblici a ditte indicate dall’organizzazione criminale. L’accordo, inoltre, avrebbe contemplato il consolidamento della carriera politica di Fornaro, strettamente legato a Di Benedetto (gravemente indiziato di appartenere all’associazione mafiosa), affinché ottenesse un ruolo strategico all’interno dell’amministrazione. Vitale e Fornaro sono stati poi effettivamente eletti rispettivamente sindaco e consigliere comunale; successivamente, Fornaro è divenuto vicepresidente del Consiglio Comunale.

Tra i soggetti destinatari del provvedimento, ci sono: Bergamo Antonino, Bonaccorso Emanuele , Bucolo Rosario ,Castiglione Giuseppe (cl.79) , Coco Giuseppe , Della Vita Antonino , Di Benedetto Antonio Di Gaetano Domenico, Di Gaetano Pierpaolo Luca Fresta Vincenzo, Fornaro Salvatore, Marchese Matteo, Marletta Ernesto, Marletta Rosario, Mendolia Salvatore, Mirabella Salvatore, Missale Santo, Rizzo Vincenzo, Vitale Nunzio.

«Desidero ribadire, con grande soddisfazione, le mie congratulazioni alle donne e agli uomini coinvolti in questa importante operazione per la dedizione e il coraggio dimostrati, specialmente durante le fasi investigative. Il loro impegno quotidiano costituisce un autentico valore aggiunto nella lotta alle mafie». Lo ha affermato il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Salvatore Luongo, a margine dell’intervento eseguito oggi dal Ros, con il supporto di diverse unità dell’Arma, che ha portato all’emissione di 19 misure restrittive e al sequestro preventivo di beni per un ammontare di 300.000 euro.

Il vertice dell’Arma ha espresso il proprio compiacimento in una telefonata ai Comandanti del Ros e del Provinciale di Catania. «La professionalità e l’abnegazione dei militari hanno permesso di infliggere un duro colpo a consolidati gruppi criminali, confermando ancora una volta il ruolo cruciale dell’Arma nella tutela della legalità e nella salvaguardia della sicurezza collettiva – ha sottolineato Luongo –. Desidero inoltre inviare i complimenti personali e quelli di tutti i Carabinieri d’Italia alla Magistratura, cui va la nostra profonda riconoscenza per la collaborazione incessante, elemento imprescindibile per portare a termine operazioni di simile portata».

«Ho appreso della notizia questa mattina e non sono in grado di esprimere valutazioni: la Magistratura farà il suo corso. È un aggiornamento recente e, al momento, non dispongo di ulteriori dettagli». È quanto ha dichiarato invece il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine del forum “Palermo Milano”, in riferimento al blitz antimafia scattato stamane a Catania, nel quale risulta tra gli arrestati anche il deputato regionale e membro della Commissione Antimafia di Palazzo dei Normanni, Giuseppe Castiglione.

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Published by
Alfio Musarra