Per ora tutto tace, ma la tensione per gli addetti ai lavori è palpabile. Se la situazione non cambia, l’amministrazione di Enrico Trantino potrebbe trovarsi a fronteggiare una crisi. Il tema scottante è quello delle società partecipate, dove il rinnovo degli amministratori è fermo e le pressioni crescono da più parti. I partiti della coalizione di centrodestra – Lega, Forza Italia, Movimento per l’Autonomia e DC – attendono impazienti di collocare i propri uomini, ma anche Fratelli d’Italia, frammentato in correnti, scalpita per posizionare le proprie figure di fiducia.
Il malcontento interno è ormai evidente. Fratelli d’Italia a quanto pare non riesce a trovare una linea comune, con ciascuna corrente che ambisce a un ruolo di rilievo. Ma da alcune indiscrezioni, sembra che Trantino voglia mantenere una linea indipendente, evitando di cedere alle pressioni locali. Intanto, a metà ottobre, due dei tre membri del CdA di Multiservizi hanno dato le dimissioni, lasciando l’ente privo di una guida effettiva e con il solo presidente Alessandro Corradi, rappresentante dell’area vicina a Gaetano Galvagno, a presidiare.
Dentro Fratelli d’Italia, le aspirazioni non mancano. Anche Forza Italia avanza richieste precise. Le sue correnti, divise tra i sostenitori dell’eurodeputato Marco Falcone e quelli dell’onorevole Nicola D’Agostino, sono determinate a ottenere spazi di potere.
In questo contesto, Giovanni Musumeci, segretario territoriale della Ugl di Catania, nei primi giorni di ottobre ha espresso preoccupazione per lo stallo nelle nomine delle partecipate comunali. Musumeci ha definito la situazione uno “spettacolo indecoroso” e ha esortato la politica ad agire prontamente per evitare ripercussioni negative sui servizi pubblici, sui dipendenti e sulla cittadinanza. Ha sottolineato l’importanza di scegliere persone di alto profilo per costituire i nuovi consigli di amministrazione e ha richiesto un confronto urgente con il sindaco Trantino per discutere le prospettive di gestione delle aziende partecipate.