Pfizer rafforza il polo di Catania: confermati i 550 posti di lavoro e un investimento da 34 milioni

Lo stabilimento etneo della multinazionale americana si conferma strategico nella produzione globale di antibiotici. Il nuovo vertice italiano rassicura: “Guardiamo con fiducia al futuro”
Catania si conferma snodo chiave per la strategia industriale di Pfizer. Il colosso farmaceutico statunitense rilancia sul sito produttivo di Pantano d’Arci con un investimento complessivo di 34 milioni di euro nel triennio 2022-2024, superando ampiamente i 27 milioni inizialmente previsti. Un segnale forte che assicura la stabilità occupazionale dei circa 550 dipendenti e testimonia la centralità dell’impianto etneo nella visione a lungo termine della compagnia.
A confermare i piani è Ozgur Yaziyurt, da poco alla guida della filiale italiana dell’azienda. Laureato in ingegneria industriale ad Ankara, Yaziyurt vanta una solida esperienza in ambito farmaceutico ed è già stato alla guida della divisione Upjohn. Succede alla manager finlandese Päivi Kerkola, che ha lasciato l’azienda dopo oltre vent’anni di carriera, cinque dei quali trascorsi alla guida di Pfizer Italia.
“La nostra rete produttiva, che serve oltre 185 Paesi, viene costantemente valutata e ottimizzata in base ai farmaci in sviluppo e alla domanda globale”, ha spiegato il nuovo country president. “Gli investimenti a Catania sono parte integrante della nostra strategia globale e dimostrano il nostro impegno verso il territorio e le persone che vi lavorano”.
Lo stabilimento di Catania, operativo dal 1959, ha visto nei decenni una costante evoluzione. Nato come Cyanamid Italia, poi passato a Wyeth e infine acquisito da Pfizer nel 2009 per 68 milioni di dollari, è oggi un centro di eccellenza nella produzione di antibiotici iniettabili, sia penicillinici che non penicillinici, per uso ospedaliero. Ogni anno dallo stabilimento partono oltre 14 milioni di confezioni verso più di 100 mercati internazionali.
Con una superficie complessiva di 113.300 metri quadrati – di cui 27.400 coperti – l’impianto è interamente dedicato alla produzione sterile. Le tecnologie adottate garantiscono elevati standard di sicurezza e qualità, anche grazie a camere sterili appositamente progettate per la produzione iniettabile. Il sito si distingue anche per le performance ambientali: è dotato di un impianto fotovoltaico da quasi un megawatt e avvia a riciclo o recupero energetico il 58% dei rifiuti prodotti. Parametri che lo pongono, assieme al sito di Ascoli Piceno, tra i più virtuosi del comparto farmaceutico nazionale per consumo idrico, efficienza energetica e basse emissioni di CO₂.
Secondo il report realizzato da The European House – Ambrosetti, intitolato “Il valore di Pfizer per l’Italia”, lo stabilimento catanese impiega un quarto dell’intera forza lavoro dell’azienda nel Paese. Pfizer, presente in Italia dal 1955, opera anche con un centro di ricerca clinica e farmacovigilanza a Milano, uno stabilimento produttivo ad Ascoli Piceno e la sede centrale a Roma. Nel quadriennio 2020-2023 ha investito in Italia 350 milioni di euro e acquistato beni e servizi per oltre 290 milioni.
“Oltre alla qualità dei nostri farmaci, vogliamo essere protagonisti di un’industria sostenibile e responsabile”, ha sottolineato Yaziyurt. “Restiamo impegnati a garantire standard ambientali elevati nei nostri siti e a mantenere salda la nostra presenza in territori chiave come quello di Catania”.
Il polo etneo si conferma così come uno dei cuori pulsanti della produzione globale di Pfizer, in grado di contribuire attivamente sia alla salute pubblica sia allo sviluppo economico e occupazionale del territorio. Un esempio virtuoso di come la presenza di una multinazionale possa radicarsi e crescere in armonia con la comunità locale.