Pontida dei giovani: caos e tensioni tra Lega e Forza Italia

Lo scontro tra Lega e Forza Italia si è acceso alla vigilia di Pontida, con insulti, tensioni e divergenze politiche che rischiano di compromettere l’unità della coalizione di centrodestra. La questione della cittadinanza rimane un nodo irrisolto, con Forza Italia che cerca di spingere avanti la propria proposta e la Lega che, con Salvini al timone, si oppone fermamente. Meloni, nel frattempo, cerca di mantenere la calma, nella speranza di rinviare il dibattito e scongiurare una crisi interna.

Alla manifestazione pre-Pontida, i giovani della Lega non hanno risparmiato dure critiche e insulti agli alleati di Forza Italia. Tra striscioni e cori offensivi, Antonio Tajani, leader di Forza Italia, è stato definito “scafista” e invitato pesantemente ad andarsene. Dal palco, il capogruppo della Lega a Milano, Alessandro Verri, ha rincarato la dose con un eloquente: “A Tajani va il nostro più grosso vaffanc…”. Le parole hanno scatenato applausi tra i partecipanti, ma anche un inevitabile caso politico con gli alleati forzisti.

La reazione di Matteo Salvini

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, visibilmente irritato, è intervenuto per cercare di placare gli animi, rimproverando duramente i giovani leghisti: “Qui non stiamo giocando, di parchi gioco ce ne sono tanti, se qualcuno non lo ha capito fuori dalle palle”. Salvini ha anche criticato i cori contro i napoletani, un retaggio di una Lega più vecchia, che il leader ha cercato di superare negli anni.

Nonostante i tentativi di Salvini di rimettere ordine, le tensioni tra la Lega e Forza Italia sono rimaste palpabili, soprattutto per le divergenze sulle politiche per la cittadinanza. Sul palco, altri esponenti leghisti come Susanna Ceccardi e Francesco De Santis hanno attaccato i “poltronari del centrodestra” e difeso posizioni nazionaliste, mentre il ministro Giuseppe Valditara, nonostante i toni duri, si è detto toccato dall’entusiasmo dei giovani leghisti.

Forza Italia e lo scontro sulla cittadinanza

Mentre dal campo leghista si infiammavano le polemiche, Forza Italia ha reagito duramente. Esponenti come Maurizio Gasparri e Paolo Barelli hanno definito le parole pronunciate “inqualificabili” e “ignoranti”. Tajani, pur colpito dagli attacchi, ha scelto di usare l’incidente a suo vantaggio, spingendo Salvini a scusarsi, mentre il partito azzurro ha approfittato della situazione per creare una tensione politica alla vigilia di Pontida.

Al centro dello scontro, la questione della cittadinanza. La proposta di Forza Italia di concedere il passaporto ai figli di immigrati che vivono in Italia da almeno dieci anni, con criteri stringenti, non piace alla Lega. Salvini ha espresso chiaramente il suo dissenso, temendo che la misura possa avvicinare al passaporto italiano i giovani immigrati nati fuori dal Paese, un principio che per la Lega rimane inaccettabile.

Giorgia Meloni mantiene la distanza

La premier Giorgia Meloni ha preferito mantenere un atteggiamento più cauto sulla questione, chiedendo tempo per esaminare il testo di Forza Italia. Meloni, pur cercando di evitare ulteriori divisioni nella maggioranza, ha comunque ottenuto un ridimensionamento della proposta degli alleati berlusconiani, sperando di far decantare la questione almeno fino a gennaio 2025.

Il futuro della proposta di Forza Italia rimane incerto: con l’opposizione della Lega, la legge sulla cittadinanza rischia di non passare senza il sostegno del centrosinistra. Il Partito Democratico, dal canto suo, ha proposto una versione ancora più ampia, che prevede l’ottenimento della cittadinanza anche per chi nasce in Italia da genitori stranieri o per chi arriva da minorenne e frequenta almeno cinque anni di scuola.