Proposta di intitolazione della stazione metro di Piano Tavola all’Avvocato Serafino Famà, vittima della Mafia

Una richiesta carica di significato storico e civile è stata presentata il 19 agosto 2024 dai figli dell’avvocato Serafino Famà, Fabrizio e Flavia Famà, alle autorità locali e nazionali. La loro proposta riguarda l’intitolazione della nuova stazione della metropolitana di Piano Tavola, frazione di Belpasso, al padre, noto penalista catanese ucciso dalla mafia il 9 novembre 1995. La fermata, situata lungo il percorso Catania-Paternò-Adrano, rappresenta un punto strategico di collegamento per la zona industriale, il centro commerciale Etnapolis e i numerosi centri urbani circostanti.

Un eroe della legalità

Serafino Famà, nato a Misterbianco il 3 aprile 1938 e cresciuto a Piano Tavola, è ricordato non solo come un avvocato di grande spessore professionale, ma anche come un uomo che ha incarnato i valori della giustizia e dell’onestà in un contesto particolarmente difficile come quello siciliano degli anni ’90. La sua vita e la sua carriera si sono concluse tragicamente il 9 novembre 1995, quando fu assassinato dalla mafia a Catania, colpevole di aver difeso i diritti dei suoi assistiti con coraggio e determinazione, senza mai cedere alle pressioni della criminalità organizzata.

La storia di Piano Tavola e l’evoluzione della mobilità

Piano Tavola, luogo d’infanzia di Serafino Famà, è una frazione di Belpasso che ha vissuto negli ultimi decenni una trasformazione significativa, passando da essere un tranquillo borgo rurale a un nodo cruciale del traffico e dell’industria della provincia catanese. L’arrivo della metropolitana lungo l’asse Catania-Paternò-Adrano rappresenta un ulteriore passo verso lo sviluppo e la modernizzazione dell’area, migliorando l’accessibilità e la connessione tra i centri abitati e le zone industriali.

Nella missiva inviata alle autorità, i figli di Famà sottolineano l’importanza simbolica di intitolare la fermata della metropolitana al loro padre, in quanto egli ha vissuto gran parte della sua giovinezza in quella zona, precisamente in via Emanuela Setti Carraro, un tempo conosciuta come via Nazionale. La casa in cui è cresciuto, ubicata all’angolo con via Gian Giacomo Ciaccio Montalto, è un luogo che porta con sé la memoria di una vita vissuta all’insegna della rettitudine e del servizio alla comunità.

Un esempio da ricordare

Già in passato, il Comune di Belpasso aveva reso omaggio a Serafino Famà, intitolandogli la piazza antistante la stazione di Piano Tavola. Con l’imminente completamento della tratta metropolitana, che cambierà radicalmente l’assetto urbano del quartiere, i familiari ritengono giusto e necessario che anche la fermata porti il nome di chi ha dato lustro a quei luoghi, difendendo con la propria vita i valori della legalità.

“La nostra richiesta – scrivono Fabrizio e Flavia Famà – è volta a rendere indelebile il ricordo di un cittadino, la cui storia è patrimonio dell’intera collettività”. Attraverso questa intitolazione, la comunità potrebbe non solo omaggiare la memoria di un uomo coraggioso, ma anche educare le future generazioni all’importanza della lotta contro la mafia e della difesa della giustizia.

Oltre alla richiesta di intitolazione, questo giornale rilancia l’idea di istituire un piccolo museo all’interno della stessa stazione, dedicato alla figura di Serafino Famà e a tutte le vittime del crimine organizzato. Un luogo dove i viaggiatori possano fermarsi e riflettere sulla storia di un uomo che ha pagato con la vita il prezzo della sua integrità, e che possa fungere da monito affinché simili tragedie non si ripetano.

La proposta di Fabrizio e Flavia Famà rappresenta non solo un tributo alla memoria del padre, ma un invito a mantenere viva la consapevolezza di una lotta che non può essere dimenticata. L’augurio è che le autorità accolgano questa richiesta, dando un nome e un volto a una stazione che, ogni giorno, vedrà passare migliaia di persone, ricordando loro l’importanza della giustizia e della legalità.