San Cristoforo, la rivoluzione culturale e sociale al centro del riscatto di Catania

prefetto, Maria Carmela Librizzi

«La mafia sarà vinta da un esercito di maestre». È con questa immagine evocativa che il prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, descrive il percorso di rinascita avviato nei quartieri a rischio della città, con particolare attenzione a San Cristoforo. Un progetto che mira a trasformare il tessuto sociale attraverso l’educazione e il coinvolgimento delle nuove generazioni. Lo ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Laura Distefano, firma di punta del quotidiano locale La Sicilia.

Grazie all’Osservatorio metropolitano, istituito sotto la guida della Prefettura, sono state messe a sistema le forze positive della città, sia istituzionali sia private, per lavorare con i giovani in prima linea. Questa iniziativa, come sottolinea il prefetto, era già in corso prima dell’arrivo del decreto Caivano e oggi trova ulteriore slancio con le risorse stanziate. «Abbiamo individuato sei scuole dove attivare laboratori di rivoluzione culturale», spiega Librizzi, ribadendo che il cambiamento passa soprattutto dall’educazione civica e dalla costruzione di una visione di vita lontana dalla criminalità.

San Cristoforo, quartiere centrale con criticità sociali e urbanistiche tipiche delle periferie, è al centro di questo percorso di rinascita. Confinante con la zona del Castello Ursino, già interessata da interventi di riqualificazione, rappresenta un’opportunità per rilanciare l’intera area e stimolare lo sviluppo economico. «Non possiamo limitarci a costruire cattedrali e piazze», sottolinea il prefetto. «Senza una rivoluzione culturale non ci sarebbe alcun cambiamento reale. La vera svolta parte da un cambiamento di mentalità».

Il lavoro nelle scuole e nei quartieri ha puntato sul coinvolgimento diretto dei ragazzi, utilizzando strumenti innovativi come il teatro, il giornalismo e lo sport per attrarli e stimolare il loro interesse. «I ragazzi ci chiedono cose semplici: strade pulite, luoghi dove giocare, piazze dove incontrarsi», racconta Librizzi. «Non sono richieste eccezionali, ma riflettono il bisogno di comunità e di convivialità».

Come evidenziato nell’intervista condotta da Laura Distefano, firma di punta del quotidiano locale La Sicilia, il prefetto ha sottolineato che il percorso avviato non si limita alla riqualificazione fisica del territorio. «L’unico modo per sconfiggere la mafia è dare ai bambini e ai ragazzi la possibilità di scegliere una vita diversa», spiega il prefetto, ribadendo l’importanza di educare al lavoro, all’onestà e al rispetto delle regole, valori che contrastano il disagio sociale da cui la criminalità trae manodopera.

Maria Carmela Librizzi immagina un futuro diverso per San Cristoforo. «Venti anni fa era un quartiere pieno di violenza. Oggi, grazie all’impegno delle forze dell’ordine e al lavoro di realtà sociali come i Salesiani e la Città dei Ragazzi, stiamo costruendo una base solida per il cambiamento». Il sogno, conclude il prefetto, è che San Cristoforo, tra dieci anni, possa essere una località turistica, simbolo di una trasformazione culturale e sociale di successo.