Le elezioni dirette nelle ex Province siciliane potrebbero essere nuovamente rinviate. La maggioranza regionale è bloccata sul ritorno al voto popolare per questi enti, una questione strettamente legata alle decisioni della politica nazionale. Recentemente, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo l’ultimo rinvio del voto e la proroga dei commissari provinciali, ma la situazione rimane irrisolta.
Il disegno di legge per il ritorno al voto diretto, sostenuto da tutti i capigruppo del centrodestra all’Assemblea Regionale Siciliana (Ars) e approvato nelle commissioni competenti, si basava su un accordo politico tra Roma e Palermo. Il piano prevedeva l’inserimento nella prossima Legge di Bilancio di un emendamento che derogasse alla legge Delrio, la quale impone elezioni di secondo livello, consentendo così alla Sicilia, in qualità di Regione a statuto speciale, di ripristinare il voto popolare. Tuttavia, la recente bocciatura della Corte Costituzionale su alcuni aspetti dell’Autonomia differenziata ha creato un ostacolo, e ora sembra improbabile che l’emendamento venga presentato.
La legge Delrio, ufficialmente Legge 7 aprile 2014, n. 56, ha introdotto una riforma significativa delle Province italiane, trasformandole in enti di secondo livello con organi eletti indirettamente dai consigli comunali, anziché attraverso elezioni dirette da parte dei cittadini. Questa riforma mirava a ridurre i costi della politica e a semplificare l’assetto istituzionale, ma ha suscitato dibattiti riguardo alla rappresentatività e all’efficacia degli enti provinciali. 
Giorgio Assenza, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha espresso cautela, ma l’Ars si sta già preparando all’eventualità di dover optare per elezioni di secondo livello, considerando che, dopo diciotto rinvii, la prossima primavera rappresenta un limite improrogabile. Assenza stesso, per non contraddire apertamente la sua maggioranza, si era astenuto nell’ultima votazione sull’argomento.
Anche il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, ha sottolineato in un’intervista a Repubblica di essere contrario a ulteriori rinvii, definendo la situazione “azzardatissima” alla luce delle sentenze della Corte. Galvagno ha affermato che solo una disposizione nazionale entro dicembre potrebbe consentire alla Sicilia di evitare l’applicazione della Delrio. In mancanza di questa deroga, la Sicilia rischia di ritrovarsi al punto di partenza, con un sistema provinciale bloccato e privo di rappresentanza elettiva da oltre dieci anni.