Violenza: aggressione a vigili urbani e ristoratori, c’è la convalida degli arresti

Colpi, spintoni, minacce di morte e persino uno sgabello scagliato contro un ristoratore. Gli eventi della sera del 10 ottobre in piazza Sebastiano Addamo, a Catania, sono stati segnati da una violenza insolita e inaspettata, soprattutto considerando il contesto urbano in cui si sono verificati. Questo episodio ha lasciato sbigottiti i presenti e ha evidenziato una preoccupante sensazione di impunità che ha caratterizzato l’intera aggressione.

Tutto è cominciato dalla segnalazione dei titolari di un noto ristorante nella zona della Collegiata, che hanno denunciato la presenza di un’auto parcheggiata irregolarmente davanti alla loro attività, impedendo l’ingresso ai clienti. Non era la prima volta che l’auto veniva lasciata in quello spazio, e i responsabili del veicolo erano i fratelli Domenico e Lucio Lombardo, di 37 e 33 anni, gestori del bar-noleggio auto accanto al ristorante.

Quando la polizia municipale è intervenuta sul posto, composta da una vigilessa e un vigile urbano, la situazione è precipitata. I due agenti, dopo aver constatato la sosta irregolare, hanno iniziato a multare l’auto, ma i fratelli Lombardo non solo si sono rifiutati di spostare il veicolo, ma hanno anche reagito con insulti e minacce. In breve tempo, le parole sono diventate violenza fisica: schiaffi e pugni diretti ai due agenti, con la vigilessa che è stata colpita al volto.

Il culmine dell’aggressione è arrivato quando uno dei fratelli avrebbe lanciato uno sgabello contro i dipendenti del ristorante, che a quanto pare avevano fatto la segnalazione. La violenza si è poi estesa ai titolari del locale, sfociando in una rissa in strada. Alcuni passanti, tra cui turisti, hanno assistito alla scena, cercando di intervenire in difesa dei vigili urbani.

Vista la gravità della situazione, i fratelli Lombardo, sono stati immediatamente arrestati e condotti in tribunale per il processo per direttissima. Ieri, poco dopo le 13 è arrivata la convalida degli arresti. Il giudice ha accolto quanto chiesto dal pm Fabio Regolo. Con la convalida degli arresti domiciliari per Domenico Lombardo, autore dell’aggressione fisica alla vigilessa, mentre per Lucio Lombardo è stato imposto l’obbligo di dimora. Entrambi sono accusati di lesioni, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Durante l’udienza, Domenico Lombardo ha chiesto scusa alla vigilessa e si è detto disponibile a risarcirla per i danni subiti, sia materiali che morali.

L’aggressione ha avuto un impatto notevole sulla vita del quartiere. Il ristorante coinvolto a quanto pare avrebbe registrato diverse disdette da parte dei clienti, spaventati dalle violenze avvenute in pieno centro. Tuttavia, non sono mancate le manifestazioni di solidarietà.

Questo grave episodio è la dimostrazione che non basta l’impegno delle forze dell’ordine, per quanto essenziale e costante. Il nuovo questore di Catania, Giuseppe Bellassai, sta lavorando instancabilmente per garantire la vicinanza dello Stato, insieme a carabinieri e guardia di finanza, ma è fondamentale che anche i cittadini facciano la loro parte. Non bisogna avere paura di denunciare. Comportamenti come quelli visti durante questa aggressione devono essere segnalati tempestivamente, prima che degenerino in atti di violenza.

Catania, come molte altre città italiane, non appartiene a coloro che si credono padroni del territorio, ma alla gente onesta che lavora duramente, paga le tasse e si impegna per mantenere un decoro urbano. Sono proprio queste persone che costruiscono la vera ricchezza della città, attirando turismo e investimenti, e contribuendo a far conoscere l’eccellenza siciliana, non solo in ambito culturale, ma anche culinario. Episodi di questo tipo non solo danneggiano l’immagine della città, ma colpiscono anche il tessuto sociale ed economico, già provato da altre difficoltà.

Dietro l’episodio di violenza sembra esserci un contesto di tensioni preesistenti tra i fratelli Lombardo e i commercianti della zona. Domenico Lombardo sarebbe legato da vincoli familiari a personaggi coinvolti nella criminalità organizzata. Questo legame sarebbe emerso durante l’aggressione e ha gettato ulteriori ombre sulla vicenda.