Abusi: Raspanti sulla responsabilità della Chiesa e il cammino verso la verità
La vicenda che ha coinvolto monsignor Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, continua a scuotere la Chiesa siciliana. Antonio Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, ha espresso la sua vicinanza alle vittime degli abusi e ha commentato l’indagine a carico di Gisana, accusato di falsa testimonianza dalla Procura di Enna per un caso di abusi sessuali commessi secondo l’accusa, dal prete Giuseppe Rugolo.
Raspanti, in un intervista rilasciata a Repubblica Palermo, ha sottolineato che “la sofferenza delle vittime è anche la nostra” e ha ribadito il desiderio che monsignor Gisana faccia chiarezza su quanto accaduto, aggiungendo che la Chiesa è impegnata a perseguire la verità e la giustizia attraverso la massima trasparenza e collaborazione con le autorità civili.
Interpellato sul comportamento della Chiesa di fronte a simili vicende, Raspanti ha ricordato il percorso intrapreso a livello nazionale, che ha portato all’emanazione delle nuove linee guida nel 2019 e alla creazione del Servizio nazionale per la tutela dei minori. In particolare, ha evidenziato che la Chiesa ha istituito una rete di formazione, informazione e ascolto per supportare le vittime e le persone che denunciano abusi, sempre incoraggiando anche la denuncia alle autorità civili.
Riguardo ai dati più recenti sull’abuso sessuale da parte del clero, Raspanti ha dichiarato di non voler commentare cifre non verificate, ma ha ricordato che le statistiche raccolte dai servizi diocesani parlano di 54 presunte vittime e 32 presunti abusatori, numeri che riflettono l’efficacia degli interventi della Chiesa nel sensibilizzare la comunità e raccogliere denunce.
Raspanti ha anche riconosciuto il grande danno che questi scandali causano alla Chiesa, non solo alle vittime dirette, ma anche alla fiducia di tutta la comunità. “Un abuso non rompe solo la fiducia tra la vittima e l’autore, ma frantuma il legame che unisce un’intera comunità”, ha spiegato, sottolineando la necessità di lavorare per ricostruire questa fiducia.
Infine, sul tema delle denunce, il vescovo ha risposto con fermezza, dicendo che non è corretto parlare di complicità da parte della Chiesa. Sebbene riconosca la complessità del cambiamento, ha affermato che la Chiesa ha intrapreso un cammino di conversione, con iniziative concrete come la Giornata di preghiera e perdono per gli abusi, tenutasi il 18 novembre scorso.
Raspanti ha concluso dicendo che la Chiesa, pur consapevole delle sue difficoltà, sta affrontando con determinazione la questione, impegnandosi a tutelare i più vulnerabili e a restituire fiducia ai fedeli.