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Anno giudiziario a Catania: Pennisi critica duramente la riforma Nordio

Durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario al Palazzo di Giustizia di Catania, il presidente della Corte d’Appello, Filippo Pennisi, ha espresso forti critiche nei confronti della riforma Nordio, definendola “inutile, dannosa e pericolosa”.

Pennisi ha spiegato: “È inutile perché i casi di passaggio di funzione sono ormai limitati a pochissimi magistrati. È dannosa perché sottrarrebbe all’ufficio del pubblico ministero quella cultura comune della giurisdizione, che rappresenta un valore fondamentale per i cittadini. È pericolosa perché potrebbe trasformare l’ufficio del PM in un organo accusatorio, un vero e proprio ‘superpoliziotto’, snaturando il ruolo attuale come garante della legalità”.

Il procuratore generale Carmelo Zuccaro ha condiviso le preoccupazioni, evidenziando che la riforma rischia di alterare l’equilibrio tra i poteri dello Stato. Zuccaro ha inoltre sottolineato che, pur registrandosi un calo nei reati giudicati e nei procedimenti pendenti, la percezione di insicurezza da parte dei cittadini rimane alta, soprattutto a causa della criminalità minorile. “Non si possono combattere questi fenomeni solo con strumenti di polizia, ma occorre migliorare la qualità della vita e rimuovere le cause del malessere sociale”, ha dichiarato.

La cerimonia è stata inoltre l’occasione per fare il punto sui risultati del distretto giudiziario di Catania, che ha registrato una significativa riduzione delle pendenze. Al 30 giugno 2024, i procedimenti pendenti nei tribunali di Caltagirone, Catania, Modica, Ragusa e Siracusa sono scesi a 56.063, rispetto ai 62.601 dell’anno precedente.

Un altro tema centrale è stato l’avvio dei lavori per la Cittadella giudiziaria di viale Africa, che dovrebbe essere completata entro i prossimi due o tre anni, migliorando le condizioni logistiche per i magistrati e gli utenti del sistema giustizia.

Prima dell’inizio della cerimonia, i magistrati dell’ANM di Catania hanno organizzato una protesta contro la riforma Nordio, definendola un attacco al sistema democratico. Il presidente distrettuale dell’ANM, Giancarlo Cascino, ha dichiarato: “Questa non è una riforma della giustizia, ma una riforma della magistratura che modifica la Costituzione. La separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri non serve ai cittadini e rischia di minare le garanzie democratiche”.

La Camera Penale ha risposto difendendo la riforma, considerandola un passaggio obbligato verso un sistema accusatorio più equilibrato, come previsto dal Codice di procedura penale del 1989, ribadendo che il progetto nasce da un’iniziativa popolare che ha raccolto oltre 72.000 firme.

Il dibattito rimane aperto, ma il monito lanciato dal presidente Pennisi e dal procuratore Zuccaro sottolinea la necessità di una riflessione profonda per evitare conseguenze irreversibili sul sistema giudiziario e democratico italiano.

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Redazione