ARS: No all’Aumento delle Cubature e Rinvio delle Elezioni nelle Ex Province

All’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), il confronto si è acceso intorno alla proposta di aumentare del 30% il volume degli edifici esistenti, inclusi quelli nei centri storici. La norma, parte dell’articolo 8 del ddl urbanistica, ha scatenato un acceso dibattito e dure critiche dalle opposizioni, che alla fine hanno costretto la giunta a ritirare la misura.

L’idea iniziale era che il PUG (Piano Urbanistico Generale) consentisse incrementi volumetrici fino al 30% per edifici già regolari, ma questa possibilità ha subito incontrato un muro di critiche. Deputati dell’opposizione come Antonello Cracolici (PD) e Cristina Ciminnisi (M5S) hanno denunciato i rischi per l’ambiente e la speculazione edilizia. Il caos è aumentato con le dichiarazioni di Ismaele La Vardera (Misto), che ha accusato il governo di promuovere una “politica del cemento cosmico”, mentre Luigi Sunseri ha chiesto la trasparenza dei nomi di chi appoggiava la norma.

Di fronte alla crescente opposizione e alle proteste in Aula, l’assessore all’Ambiente Giusi Savarino ha convocato d’urgenza una riunione dei capigruppo, che ha portato alla decisione di stralciare la norma, segnando così una sconfitta per la maggioranza e il governo regionale.

Questo non è stato l’unico ripensamento della giornata: sono state ritirate altre due proposte controverse. Una di queste prevedeva la modifica della legge 19 del 2020, che mira all’azzeramento del consumo di suolo; la proposta di “contenimento” del suolo è stata eliminata dopo le critiche. Anche la norma che avrebbe consentito una sanatoria sui beni confiscati alla mafia e trasferiti agli enti locali è stata soppressa, un passo che Antonio De Luca (M5S) ha definito “necessario per l’etica e la politica”.

Alla fine, nel ddl urbanistica approvato restano solo pochi emendamenti, tra cui il recepimento del “salva-casa” di Salvini e un nuovo rinvio delle elezioni nelle ex Province.