Biglietti più cari, servizio in crisi: a Catania esplode il malcontento su trasporti e mobilità

Il rincaro è arrivato come un fulmine in una giornata già nuvolosa. Dall’8 aprile il costo del biglietto del bus urbano da 90 minuti è passato da 1 euro a 1,40 euro. Un aumento secco del 40%, il primo dopo 13 anni, che l’Azienda metropolitana trasporto e sosta (Amts) ha definito “ineludibile”. Ma se per l’azienda si tratta di una necessità, per cittadini, associazioni e sindacati è una beffa.

La reazione più decisa è quella di Legambiente Catania, che accusa Amts e Comune di mancare totalmente di visione. «È inaccettabile – afferma la presidente Viola Sorbello – imporre un aumento così significativo senza offrire alcun miglioramento tangibile nel servizio. Si penalizzano soprattutto le fasce più deboli della popolazione, mentre le inefficienze restano intatte». Il riferimento è a un sistema di trasporto pubblico che a Catania continua a zoppicare: autobus poco puntuali, frequenze ridotte, collegamenti assenti. E così, paradossalmente, il biglietto da 90 minuti finisce per valere una sola corsa, rendendo inutile la sua estensione temporale.

Secondo Legambiente, si tratta di un approccio sbagliato: «Comprendiamo le difficoltà economiche, ma non si può continuare a far cassa sui cittadini – sottolinea Sorbello –. Servono alternative serie, come l’aumento delle tariffe per la sosta secondo il principio “chi inquina paga”. Una città come Catania, con uno dei più alti rapporti auto/abitanti in Italia e un’aria sempre più irrespirabile, non può permettersi politiche miopi». Non solo aumenti. L’associazione ambientalista denuncia anche il mancato sfruttamento delle risorse esistenti: parcheggi scambiatori come “Nesima” e “Due Obelischi” restano scollegati da una strategia reale di mobilità sostenibile, mentre le stazioni ferroviarie urbane – pur attive da anni – sono ancora sconosciute ai più e poco collegate alla rete urbana.

Alle critiche si unisce anche il sindacato Asia-Usb, che parla di “aumento assurdo per un servizio pessimo”. Il sindacato denuncia le ricadute anche sui lavoratori Amts, costretti a turni durissimi, e sulle persone che ogni giorno attendono autobus che non arrivano. «Serve un intervento immediato dell’amministrazione – si legge in una nota – per bloccare questo aumento provocatorio». Uno dei pochi elementi salvati da Legambiente è l’abbonamento annuale da 120 euro che, includendo anche la metropolitana Fce, viene considerato «competitivo». Ma è solo una piccola luce in un quadro che resta fortemente critico.

La richiesta comune è chiara: servono investimenti seri, integrazione tra i diversi mezzi di trasporto, tariffe intelligenti e orari coordinati. Ma, soprattutto, serve una visione di lungo periodo, che coinvolga cittadini e associazioni, e che metta davvero al centro la qualità della vita e la mobilità sostenibile.