Caso Natoli: L’ANM chiede le dimissioni dopo la sentenza del TAR
L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), attraverso il suo Comitato Direttivo Centrale, ha formalmente richiesto che Rosanna Natoli, attuale consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), rassegni le dimissioni. La decisione arriva in seguito alla recente sentenza del TAR del Lazio, emessa il 9 dicembre 2024, che ha respinto il ricorso presentato dalla magistrata contro la sua sospensione.
La vicenda ha origini nel settembre 2024, quando Natoli, eletta al CSM in quota Fratelli d’Italia, è stata sospesa dal plenum del Consiglio. La sospensione, approvata con 22 voti favorevoli, 6 contrari e 2 schede bianche, è stata motivata dalla presunta violazione dei doveri di imparzialità e terzietà.
Le accuse riguardano un incontro controverso con la giudice catanese Maria Fascetto Sivillo, all’epoca sottoposta a procedimento disciplinare. Durante la riunione, Natoli avrebbe fornito suggerimenti difensivi e condiviso informazioni riservate sugli “umori” della camera di consiglio. La registrazione della conversazione, consegnata dall’avvocato Carlo Taormina al vicepresidente del CSM, Fabio Pinelli, ha dato il via all’indagine che ha portato alla sospensione.
La decisione del TAR del Lazio ha aggravato ulteriormente la posizione di Natoli, rigettando il suo ricorso perché ritenuto infondato e, in parte, inammissibile per difetto di giurisdizione. Tale sentenza ha rappresentato un punto di svolta per l’ANM, che ha ritenuto necessario un passo indietro da parte della magistrata per preservare l’integrità e la credibilità del CSM.
Il Comitato Direttivo Centrale dell’ANM ha sottolineato come la permanenza di Natoli stia generando imbarazzo e tensione all’interno della magistratura, richiamando l’importanza di garantire trasparenza e fiducia nelle istituzioni giudiziarie. La mozione, approvata a larga maggioranza, è vista come un atto di responsabilità per proteggere la reputazione dell’organo di autogoverno della magistratura. Al momento, Rosanna Natoli non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla richiesta.