Caso Open Arms, Salvini assolto: “Difendere confini e patria è un diritto, non un reato”

Matteo Salvini

Matteo Salvini (Fonte: ANSA Foto) - www.cataniaoggi.it

Matteo Salvini, leader della Lega e attuale vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stato assolto nel processo legato al caso Open Arms. L’accusa verteva sulla decisione del 2019, quando Salvini, in qualità di ministro dell’Interno, impedì lo sbarco di migranti dalla nave dell’ONG spagnola Open Arms, che si trovava in mare da giorni con decine di persone soccorse.

All’uscita dall’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, Salvini ha dichiarato:
“Ha vinto il concetto secondo cui difendere i confini e la patria, contrastare scafisti, trafficanti e ONG straniere, e proteggere i nostri figli non è un reato, ma un diritto. Ci abbiamo messo un po’, però ci siamo arrivati. Vado avanti ancora più determinato di prima.”

L’ex ministro dell’Interno ha voluto ringraziare il suo team legale, guidato dall’avvocato Giulia Bongiorno:
“Grazie all’avvocato Bongiorno e al suo incredibile staff. Ringrazio i giornalisti che hanno seguito il processo e le migliaia di italiani che stavano aspettando una sentenza che non assolve solo me, ma un’idea di Paese.”

Il caso Open Arms aveva acceso un dibattito politico e sociale sulla gestione dei flussi migratori e sul ruolo delle ONG nel Mediterraneo. Salvini, sostenuto dal suo partito e da una parte dell’opinione pubblica, ha sempre rivendicato le sue scelte, sostenendo che fossero volte alla difesa dell’Italia e della sicurezza dei cittadini.

La vicenda risale all’agosto 2019, quando la nave Open Arms, con a bordo oltre 150 migranti, rimase bloccata per 19 giorni al largo di Lampedusa. Salvini, allora ministro dell’Interno, negò l’autorizzazione allo sbarco, sostenendo che fosse compito di altri Paesi europei accogliere le persone soccorse. La situazione degenerò, portando a tensioni internazionali e a un intervento della magistratura italiana.

L’assoluzione rappresenta un punto di svolta per Salvini, che ha commentato con toni trionfanti anche verso i suoi oppositori:
“Chi pensava di usare i migranti per fare politica ha perso e torna in Spagna con le mani in saccoccia.”

Il processo si è concluso con la decisione del tribunale di Palermo, che ha escluso la sussistenza di reati. Questa sentenza chiude una pagina complessa della politica migratoria italiana, lasciando però aperto il dibattito su come bilanciare la sicurezza nazionale con i diritti umani e gli obblighi internazionali.