Il settore dei call center in Sicilia, concentrato principalmente tra Palermo e Catania, sta attraversando una delle sue crisi più gravi. Oltre 400 lavoratori rischiano il licenziamento definitivo entro la fine dell’anno, mentre il futuro di altri 600 si fa sempre più incerto, con la minaccia della disoccupazione che incombe su di loro.
L’addio di alcuni grandi player del settore, insieme all’avanzata dell’intelligenza artificiale, sta mettendo a dura prova questo comparto, che potrebbe vedere gran parte della sua forza lavoro scomparire nei prossimi anni. In tutta Italia, infatti, il numero di addetti ai call center si è ridotto drasticamente negli ultimi dieci anni, passando da 80.000 a 40.000. In Sicilia, i numeri sono altrettanto preoccupanti: da 18.000 si è scesi a meno di 9.000 lavoratori, con una popolazione impiegata che ha in media 50 anni e oltre 20 anni di esperienza nel settore. “Questi lavoratori hanno costruito la propria vita su questo lavoro,” sottolinea Emiliano Cammarata, segretario della Slc Cgil di Palermo.
I primi a subire il contraccolpo sono i 405 operatori di Almaviva Contact, tra Palermo e Catania, coinvolti nel servizio d’emergenza Covid 1500 per il Ministero della Salute, chiuso alla fine del 2023. Per loro è stato firmato un accordo per la cassa integrazione per cessazione di attività, che scadrà il 31 dicembre 2024. “Il Ministero ha scaricato il problema alla Regione Sicilia,” commenta Cammarata, aggiungendo che l’assessore alle Attività Produttive, Edy Tamajo, ha proposto la creazione di una società pubblico-privata per gestire un centro unico di prenotazione (CUP) per la sanità siciliana, ma il tempo stringe e il prossimo incontro con le autorità, previsto per il 16 ottobre, non è ancora stato confermato.
Anche Covisian, un altro colosso del settore, sta perdendo importanti commesse, con un calo significativo del personale. I primi 40 lavoratori sono già passati a Call2Net, che ha acquisito il cliente Berti Assicurazioni, ma hanno dovuto accettare un nuovo contratto nel settore assicurativo. La prossima sfida sarà per i 250 operatori della commessa Sky, ex Almaviva poi transitati a Covisian e adesso assorbiti da Nethex. Solo 100 lavoratori sono rimasti in Covisian con l’unica commessa Nespresso, per cui è previsto un incontro il 21 ottobre per definire il loro futuro.
Infine, altri lavoratori sono in bilico. Tra questi, i 180 operatori di System House di Palermo, che da 10 anni gestiscono il servizio clienti nel mercato elettrico tutelato, e i 40 ex dipendenti di Abramo, che hanno perso il lavoro dopo il taglio della commessa Tim. Nel frattempo, i 600 operatori di Konecta, impiegati per WindTre, sono in cassa integrazione da primavera, ma anche qui potrebbero arrivare presto novità su ulteriori esuberi.
La crisi dei call center in Sicilia sembra destinata a peggiorare, con un futuro incerto per migliaia di lavoratori che vedono svanire la stabilità su cui avevano costruito le loro vite.