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Fratelli arrestati per tentato omicidio a Catania: la Polizia ricostruisce movente e dinamica

Un padre e un figlio, rispettivamente di 50 e 25 anni, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato con l’accusa di aver tentato di uccidere a colpi di pistola un uomo, al culmine di una lite personale che avrebbe avuto origine da precedenti tensioni sentimentali. L’episodio, avvenuto il 3 marzo scorso nel centro di Catania, ha portato la Procura della Repubblica etnea a emettere un decreto di fermo nei confronti dei due, indiziati di reati gravissimi: tentato omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco e ricettazione di una pistola clandestina, priva di matricola.

L’aggressione, avvenuta in pieno giorno davanti a un centro scommesse cittadino nel quartiere catanese, sarebbe maturata da motivi di natura personale legati a una donna, ex compagna del 50enne, poi sentimentalmente vicina alla vittima. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Squadra Mobile – Sezione Reati contro la Persona, il gesto sarebbe stato compiuto dopo ripetuti screzi con la vittima, accusata dai due fermati di comportamenti inopportuni verso la donna, già legata sentimentalmente al padre.

Le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza hanno consentito agli inquirenti di individuare rapidamente i presunti responsabili, filmati mentre compivano l’aggressione, consumatasi in pieno giorno davanti a un centro scommesse cittadino. Il sistema di sorveglanza ha mostrato chiaramente l’agguato, permettendo di identificare il padre come autore materiale degli spari, e il figlio come complice.

Dopo il fatto, gli indagati si erano resi irreperibili. Tuttavia, le ricerche delle forze dell’ordine hanno permesso di rintracciare il 25enne la notte stessa, mentre tentava di nascondersi. Durante la perquisizione effettuata presso la sua abitazione, è stata rinvenuta una pistola revolver clandestina, occultata nell’armadio della camera da letto. Entrambi sono stati quindi rintracciati: il figlio è stato individuato in un’abitazione adibita a bed and breakfast, mentre il padre, successivamente, si è costituito spontaneamente negli uffici della Squadra Mobile.

Conclusi gli atti di rito, entrambi sono stati trasferiti presso la Casa Circondariale catanese di “Piazza Lanza”, in attesa dell’udienza di convalida da parte del Giudice per le indagini preliminari. La vicenda giudiziaria, ancora in una fase iniziale, getta luce su dinamiche familiari e personali che hanno portato a un episodio di violenza così grave.

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Redazione