Intelligenza artificiale e appalti pubblici: nuove prospettive e sfide dal Codice dei contratti
L’emanazione del nuovo Codice dei contratti pubblici ha segnato un passo decisivo nell’adozione dell’Intelligenza artificiale (IA) per l’aggiudicazione degli appalti pubblici. Per la prima volta, la normativa italiana prevede espressamente l’uso di soluzioni tecnologiche per automatizzare le attività delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti, al fine di migliorarne l’efficienza.
Esempi virtuosi, sia in Italia che all’estero, dimostrano già come l’IA possa garantire maggiore trasparenza, tempestività ed economicità, oltre a prevenire la corruzione e rispettare i principi di concorrenza e non discriminazione. Tuttavia, rimangono aperte diverse questioni tecniche, operative e giuridiche.
Questi temi sono stati al centro del convegno “Contratti pubblici e intelligenza artificiale”, che si è tenuto nell’aula magna del Palazzo centrale dell’Università di Catania. L’evento, organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo con il patrocinio di importanti istituzioni come la Scuola nazionale dell’amministrazione (SNA), l’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e l’Ufficio studi della Giustizia amministrativa, ha visto la partecipazione di esperti, docenti e rappresentanti delle istituzioni.
Il convegno, coordinato dai professori Remo Morzenti Pellegrini (Università di Bergamo), Sebastiano Licciardello e Giovanni Fabio Licata (Università di Catania), è stato aperto dai saluti del rettore Francesco Priolo, del sindaco Enrico Trantino, della prefetta Maria Carmela Librizzi, del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Salvatore Zappalà e del consigliere dell’Ordine degli Avvocati Elio Guarnaccia. Tutti hanno sottolineato l’importanza di affrontare le criticità dell’IA, a fronte dei vantaggi che può portare sia per gli amministratori che per i cittadini.
Un tema particolarmente discusso è stato il modo in cui le pubbliche amministrazioni acquisiscono e utilizzano sistemi di IA, considerandoli sia come strumenti operativi che come oggetti di appalto. Le problematiche emerse includono la trasparenza delle decisioni automatizzate, i rischi di discriminazione legati ai bias nei dati di addestramento, la conformità alle normative sulla protezione dei dati e la privacy, e la responsabilità per eventuali decisioni prese dall’IA.
Gli interventi del presidente dell’ANAC Giuseppe Busia e di Vincenzo Neri, presidente di sezione del Consiglio di Stato e coordinatore dell’Ufficio studi della Giustizia amministrativa, hanno evidenziato la necessità di un equilibrio tra innovazione e salvaguardia dei diritti.
Questo confronto rappresenta un primo passo verso una riflessione più ampia sull’uso responsabile dell’Intelligenza artificiale nel settore pubblico, ponendo le basi per un futuro più trasparente ed efficiente nella gestione degli appalti pubblici.