La vicenda resta aperta tra incertezze politiche e giudiziarie: il caso Nino Naso e l’inchiesta Athena
Sono passati quasi sei mesi dall’operazione “Athena”, che ha scosso la città di Paternò coinvolgendo il sindaco Nino Naso. In attesa che la situazione giudiziaria si definisca, la città rimane in un limbo, sospesa tra incertezze politiche e amministrative. Il provvedimento di arresto domiciliare emesso nei confronti del sindaco è stato sospeso in attesa della decisione della Cassazione, ma Naso ha deciso di rompere il silenzio.
“Prendo atto della decisione del Tribunale del Riesame – afferma Naso – che mi ha colto di sorpresa, ma ribadisco con forza di non aver mai richiesto voti o avuto contatti con esponenti della criminalità organizzata. Ho già incaricato i miei legali di procedere con il ricorso in Cassazione. Come sempre, ripongo totale fiducia nelle istituzioni e nella Magistratura italiana, e continuerò a servire la mia città con impegno e dedizione”.
Nel frattempo, la vicenda ha suscitato diverse reazioni politiche. Oltre al sindaco, sono coinvolti nelle indagini anche l’assessore dimissionario Turi Comis, l’ex assessore Pietro Cirino, il capo clan Vincenzo Morabito e l’esponente della criminalità organizzata Natale Benvenga. Il reato ipotizzato è quello di voto di scambio politico-mafioso.
Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico e della Commissione nazionale Antimafia, ha espresso preoccupazione per il coinvolgimento dell’amministrazione comunale e ha sollecitato il ministro degli Interni a intervenire: «È incomprensibile come, nonostante la gravità dei fatti, non sia ancora stata disposta una verifica per accertare eventuali infiltrazioni mafiose. Abbiamo già chiesto l’invio di una commissione prefettizia, ma ad oggi nulla è stato fatto. Non possiamo più attendere di fronte a un rischio così grande».
Dal punto di vista giudiziario, l’attenzione è ora rivolta all’udienza preliminare, fissata per il prossimo 3 dicembre a Catania, sotto la guida del Gup Carlo Umberto Cannella. In quella data verranno analizzati i documenti relativi ai 49 indagati dell’inchiesta. A quel punto, gli imputati dovranno decidere se optare per il rito ordinario, il rito abbreviato o un eventuale patteggiamento.
Sul fronte politico, resta da capire quali decisioni prenderà il Ministro dell’Interno riguardo all’amministrazione comunale di Paternò e alle accuse di infiltrazioni mafiose. Per il momento, l’incertezza rimane totale.