L’aeroporto di Catania e il suo futuro: Vito Riggio, sulla necessità di privatizzare
L’aeroporto di Catania, intitolato a Vincenzo Bellini, è il principale scalo della Sicilia e uno dei più importanti del Sud Italia. Inaugurato nel 1924 come aeroporto militare, è diventato un aeroporto civile negli anni ’50. Situato a Fontanarossa, a pochi chilometri dal centro della città, lo scalo ha conosciuto una rapida crescita negli ultimi decenni, grazie alla sua posizione strategica nel cuore del Mediterraneo.
Negli anni 2000, l’aeroporto ha subito importanti lavori di ampliamento e modernizzazione, con l’apertura del nuovo terminal nel 2007, che ha incrementato notevolmente la capacità di gestione dei passeggeri. Nel 2021 è stato inaugurato un ulteriore ampliamento del terminal, con l’obiettivo di far fronte all’aumento del traffico e migliorare i servizi ai viaggiatori.
Nel 2023, l’aeroporto di Catania ha registrato una crescita costante del traffico passeggeri, superando i 10 milioni di viaggiatori, e si è posizionato come il sesto aeroporto più trafficato d’Italia. Il valore dello scalo è cresciuto grazie a questa espansione, attirando l’interesse di investitori privati, tra cui grandi gruppi aeroportuali italiani ed esteri.
In un’intervista a “Repubblica”, Vito Riggio, ex presidente dell’Enac per 15 anni e fino a pochi mesi fa amministratore delegato di Gesap, ha ribadito la necessità di privatizzare gli aeroporti siciliani, incluso quello di Catania. Riggio spiega che è fondamentale agire subito per sfruttare il valore attuale del mercato: “È il momento giusto per vendere,” afferma. “Gli aeroporti siciliani sono in crescita e valgono molto, ma chi compra dovrà fare costosi investimenti entro il 2044. Se si aspetta troppo, l’affare non sarà più conveniente per i privati, e i nostri scali rischiano di rimanere indietro”. Poi sulla sua insistenza sulla privatizzazione, Riggio chiarisce: “Lo faccio nell’interesse di Palermo e dell’aeroporto. Ho ricoperto il ruolo di amministratore delegato senza compenso, proprio per contribuire al futuro degli scali siciliani.”
Possibile un ritorno in carica? Riggio conferma di aver discusso con il presidente Schifani, che gli ha espresso stima, così come l’ex presidente Cuffaro. “Aspetto un segnale dal Comune di Palermo, che è l’azionista. Se si tratta di rilanciare Gesap con un partner industriale, sono disponibile. Ma per la gestione ordinaria non c’è bisogno di me.”
L’interesse degli investitori, secondo quanto raccontato a Repubblica, è alto: “In Assaeroporti, che rappresenta la maggioranza degli scali italiani, molti soggetti hanno manifestato interesse,” spiega Riggio. “Schiphol, ad esempio, ha appena stanziato 6 miliardi di investimenti per l’aeroporto di Amsterdam. Anche Adr, che ha acquisito tre aeroporti in Francia, e altri investitori italiani, come i veneziani, guardano a Catania. Non si tratta di compratori occasionali: basta avviare l’iter con un advisor giuridico e finanziario e poi procedere con la gara.”
Mentre sulla vendita del 49% delle quote degli aeroporti, Riggio è chiaro: “In questo caso, il prezzo sarebbe inferiore. Senza la gestione della società, come avviene alla Sea di Milano, nessun investitore sarà interessato. Il 49% e la gestione sono il minimo per attrarre il mercato.” Un unico privato per gli aeroporti di Palermo e Catania? Riggio sostiene che “sarebbe lo scenario ideale”. “È quello che preferirei. Lo hanno fatto gli argentini con Pisa e Firenze. Si potrebbero mettere in vendita tutti e quattro gli aeroporti contemporaneamente per verificare se esiste un soggetto disposto a prenderli tutti. Così potrebbero finalmente agire insieme, mentre ora è impossibile metterli d’accordo.”