Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha confermato la legittimità dello scioglimento del Comune di Palagonia, a seguito di “evidenze di contatti tra l’amministrazione comunale e la criminalità locale”. La sentenza ha respinto il ricorso presentato dall’ex sindaco e dagli amministratori, sostenendo la validità del Dpr che il 9 agosto dell’anno precedente aveva decretato lo scioglimento per ingerenze mafiose.
Il Tar ha sottolineato che le relazioni presentate dimostrano un’influenza dell’apparato amministrativo da parte di soggetti legati alla criminalità, non adeguatamente confutata dalle parti ricorrenti. Inoltre, è stata rilevata una serie di episodi che attestano rapporti consolidati tra gli amministratori e la mafia locale, oltre a legami familiari tra membri dell’apparato burocratico e individui non raccomandabili.
La sentenza ha evidenziato una “diffusa illegalità nelle pratiche amministrative, in particolare negli affidamenti di contratti, nelle verifiche antimafia, nei controlli sull’abusivismo e nella gestione economica-finanziaria”. Infine, il Tar ha giudicato insufficienti le contestazioni del ricorso, incapaci di invalidare i fatti o di contraddire gli elementi sostanziali che emergono dalle indagini, ribadendo che le circostanze vanno valutate nel loro insieme e non singolarmente.
Dopo la conferma dello scioglimento del Comune di Palagonia per infiltrazioni mafiose, il futuro dell’amministrazione comunale sarà gestito da una “commissione straordinaria” nominata dal Ministero dell’Interno. Questa commissione avrà il compito di amministrare il Comune per un periodo di “diciotto mesi”.
Durante questo periodo, la commissione straordinaria si occuperà delle funzioni amministrative e lavorerà per ripristinare la legalità e l’ordine pubblico. Al termine dei diciotto mesi, si prevede che verranno indette nuove elezioni per formare un nuovo consiglio comunale che prenderà il posto della commissione.