La tanto attesa riforma per il ritorno al voto diretto delle ex Province siciliane, ritenuta cruciale per migliorare la gestione delle emergenze e affrontare la crisi idrica, ha subito un nuovo arresto. Gli emendamenti al decreto “Emergenze”, presentati da alcuni deputati siciliani del centrodestra e sostenuti dal governatore Renato Schifani, sono stati dichiarati inammissibili dalla commissione Bilancio della Camera, alimentando tensioni tra il centrodestra regionale e quello nazionale. La notizia è riportata oggi in edicola dal quotidiano “La Sicilia”, a firma di Mario Barresi.

L’obiettivo degli emendamenti era consentire alla Sicilia di disciplinare autonomamente l’organizzazione delle Province attraverso una legge regionale, reintroducendo l’elezione diretta dei presidenti e dei consigli. Il parere negativo della commissione ha fatto naufragare l’iniziativa, lasciando spazio a recriminazioni. Gli emendamenti miravano a consentire alla Regione di gestire meglio le emergenze, con particolare attenzione alla crisi idrica, senza gravare sulle finanze statali.

Con il ddl sulla controriforma delle Province approvato dalla commissione Affari istituzionali dell’Ars ma bloccato a livello nazionale, il destino delle Province siciliane rimane incerto. La mancanza di una strategia condivisa tra il governo regionale e quello nazionale rischia di lasciare irrisolte le problematiche amministrative dell’Isola.

Il caso riaccende il dibattito sull’applicazione dello Statuto speciale siciliano. Mentre la Regione insiste sulla necessità di maggiore autonomia decisionale per rispondere alle emergenze, il governo nazionale sembra preferire un approccio più cautelativo, sollevando interrogativi sull’armonia della coalizione di centrodestra. Intanto, la crisi idrica – con riserve idriche al minimo storico e proteste nel settore agricolo – rimane una priorità non derogabile, alimentando pressioni per soluzioni immediate.

Il mancato via libera agli emendamenti riflette le complessità del dialogo tra Sicilia e governo centrale. La sfida per Schifani sarà conciliare le esigenze dell’Isola con gli equilibri politici nazionali, garantendo al contempo risposte concrete all’emergenza climatica e sociale.