Rapina a un gioielliere nel centro di Catania: arrestato 42enne, avrebbe sparato alla vittima durante la fuga

Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, in data 21 marzo 2025, la Polizia di Stato di Catania ha dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, nei confronti di S.S.D., nato nel 1983.

Secondo l’impostazione accusatoria, condivisa dal GIP e fondata sugli elementi indiziari attualmente raccolti – in una fase delle indagini preliminari in cui non si è ancora svolto il contraddittorio tra le parti – all’indagato viene attribuita, con il doveroso rispetto del principio di presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva, la responsabilità di plurimi reati: rapina aggravata in concorso con persona non identificata, lesioni personali aggravate, detenzione illegale di arma comune da sparo, violazione della misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, nonché evasione.

Il provvedimento restrittivo recepisce gli esiti di una complessa attività investigativa, scaturita da una violenta rapina avvenuta il 30 novembre 2024 ai danni del titolare di una gioielleria situata nel centro cittadino.

Dalle prime ricostruzioni, l’autore – con il volto travisato – si sarebbe impossessato dello zaino della vittima, esplodendo almeno due colpi d’arma da fuoco che colpivano il gioielliere a una gamba, per poi darsi alla fuga con un complice a bordo di uno scooter, in direzione di viale Vittorio Veneto.

Le indagini, condotte dalla Squadra Antirapina della Squadra Mobile di Catania e fondate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza dell’area interessata, hanno consentito di ricondurre a S.S.D. la responsabilità dell’azione criminosa. È stato inoltre possibile accertare che lo stesso, partito dalla propria abitazione a Paternò a bordo di un’autovettura, aveva raggiunto il capoluogo etneo, lasciato il mezzo in sosta e utilizzato, insieme a un complice, uno scooter con targa clonata per compiere la rapina.

Su richiesta del Pubblico Ministero titolare delle indagini, il GIP ha quindi disposto nei confronti dell’indagato la misura cautelare della custodia in carcere, eseguita mediante traduzione presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza.