San Cristoforo, il quartiere alza la voce: «Un futuro che si può ancora scrivere»

Si è svolta sabato 5 aprile, presso la Città dei Ragazzi in via Gramignani 128, la conferenza stampa promossa dal Comitato Catania Sud per aprire un confronto pubblico sul futuro del quartiere San Cristoforo, alla luce del recente Piano straordinario di interventi infrastrutturali e sociali presentato dal Comune di Catania.
L’iniziativa ha rappresentato il primo passo di un percorso partecipato che punta a mettere al centro i reali bisogni del territorio e delle persone che lo abitano. Al contrario, secondo il comitato, il piano comunale appare scollegato dalla vita quotidiana del quartiere, con interventi disarticolati e spesso inadeguati.
Nel mirino dei promotori dell’incontro diversi punti del piano: tra questi, la costruzione di un nuovo edificio scolastico da 9,5 milioni di euro, nonostante l’esistenza di scuole abbandonate o sottoutilizzate; la realizzazione di un percorso turistico pedonale da 2 milioni, giudicato «marginale» rispetto alle urgenze del territorio; e il finanziamento di una palestra all’interno di strutture private, mentre gli spazi pubblici versano in stato di abbandono.
«Avevamo immaginato un progetto in grado di migliorare davvero la qualità della vita: spazi sportivi da affidare alle associazioni, interventi semplici ma concreti, capaci di restituire dignità e bellezza al quartiere» – ha dichiarato Tuccio Tringale, portavoce del Comitato Catania Sud – «e invece vediamo ancora discariche a cielo aperto, simbolo di una riqualificazione solo annunciata».
Un forte appello all’investimento sull’infanzia e sull’adolescenza è arrivato da Santo Molino, esponente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (A.N.DI.S.): «I nostri ragazzi vivono in un contesto ambientale difficile. Serve una vera rigenerazione urbana, ma anche sociale e culturale. È urgente sostenere l’educazione non formale, le attività extrascolastiche, il successo formativo. Al centro ci deve essere la persona, non l’opera».
Ancora più netta la posizione di Dino Barbarossa, tra i responsabili della Città dei Ragazzi, che ha denunciato l’assenza di una visione integrata e condivisa: «È positivo che finalmente si parli di San Cristoforo, ma questo piano è privo di un disegno strategico, non coinvolge la cittadinanza e non mira a superare lo stigma del degrado. Non si interviene su strutture pubbliche già esistenti e sottoutilizzate – come la palestra di via Cordai, l’ex cinema Midulla, il Centro culturale Alberto Sordi o la sala di via Zurria – e non si comprende come verranno impiegati oltre 4 milioni per progetti sociali, senza includere chi opera quotidianamente sul campo».
La conferenza si è conclusa con l’impegno condiviso a proseguire un percorso di partecipazione dal basso, con l’obiettivo di far emergere soluzioni realmente efficaci e restituire centralità a un quartiere da troppo tempo marginalizzato.
«San Cristoforo non è un vuoto urbano da riempire con opere spot – ha detto in chiusura Tringale – ma una comunità viva, con bisogni, storie e potenzialità che meritano ascolto, rispetto e visione».