La festa di Sant’Agata a Catania rappresenta un momento di intensa devozione e identità, unendo storia, tradizione e spiritualità in un unico grande evento. Le celebrazioni, che affondano le radici nel martirio della santa nel 251 d.C., si sono consolidate nel tempo, assumendo forma ufficiale già dal 1126 con la traslazione delle sue reliquie. Nel corso dei secoli, la manifestazione ha incorporato elementi simbolici come il busto reliquiario del XIII secolo e la tradizione dei cerei, diffusa fin dal 1500 e arricchita con riti che ancora oggi animano le strade catanesi.

Il 3 febbraio, giorno dell’Offerta della Cera, si apre una processione che parte dalla “fornace” e giunge fino alla cattedrale, accompagnata dalle autorità religiose, civili e militari e dalle carrozze settecentesche che simboleggiano l’antico senato cittadino. Le corporazioni locali partecipano con i loro cerei, noti come “candelore”, rafforzando il legame tra la comunità e la tradizione.

Il 4 febbraio il percorso si estende verso il “giro esterno”, un tragitto che ripercorre i luoghi del martirio della santa. La giornata inizia all’alba con la Messa dell’Aurora, proseguendo con l’uscita del busto reliquiario dalla cripta e culminando nella tradizionale salita dei Cappuccini, un rito che incarna sacrificio e fede, oggi eseguito con passo misurato rispetto a un tempo più frenetico.

Il gran finale arriva il 5 febbraio con il Pontificale solenne celebrato in cattedrale e il successivo “giro interno” lungo via Etnea e via Caronda, che si conclude con uno spettacolo di fuochi d’artificio e il ritorno del fercolo in cattedrale, accompagnato dalle melodie delle suore di clausura. Questa festa, paragonabile alle grandi manifestazioni religiose internazionali, rinnova ogni anno il profondo legame tra i catanesi e la loro patrona, trasmettendo una tradizione di fede e appartenenza che continua a vivere con rinnovata intensità.