Tensione durante la processione a Paternò: fischi e disordini creano imbarazzo
Un episodio insolito e carico di tensione ha interrotto la tradizionale processione religiosa del 1° gennaio a Paternò, dove il simulacro di Gesù Bambino, portato per le vie cittadine, è stato accolto con fischi e cori da un gruppo di persone, suscitando sdegno tra i fedeli e le autorità presenti.
L’incidente si è verificato al rientro della processione in piazza Indipendenza, quando, durante lo spettacolo pirotecnico, un gruppo di una dozzina di stranieri, apparentemente in stato di ebbrezza, ha iniziato a fischiare e applaudire in modo giudicato irrispettoso da molti presenti. Secondo alcuni, i fischi erano diretti ai fuochi d’artificio come espressione di entusiasmo, ma per la maggior parte delle persone si è trattato di una derisione del momento religioso.
Il parroco di Santa Maria dell’Alto, don Salvatore Patanè, visibilmente turbato, ha cercato di avvicinarsi al gruppo, ma è stato fermato per evitare che la situazione degenerasse. La processione è stata rapidamente riportata in chiesa, chiudendo un episodio che ha lasciato strascichi e alimentato il dibattito sulla sicurezza in piazza Indipendenza, luogo già noto per episodi di abuso di alcol e frequenti risse.
Interventi delle autorità locali e religiose
Il sindaco di Paternò, Nino Naso, ha espresso preoccupazione per l’accaduto e ha dichiarato che verranno valutate azioni per eliminare situazioni di pericolo nella piazza. Anche il deputato nazionale Francesco Ciancitto ha preso posizione, proponendo l’introduzione di una “zona rossa” per garantire la sicurezza e proteggere i cittadini.
Dal canto suo, Rhida Khemiri, rappresentante della comunità islamica di Paternò, ha condannato fermamente l’episodio, ribadendo il rispetto per tutte le religioni e ringraziando la cittadinanza per l’accoglienza dimostrata verso gli stranieri. “Non vogliamo che il comportamento di pochi comprometta il cammino di integrazione che abbiamo intrapreso,” ha dichiarato Khemiri.