Trump annuncia una svolta sull’Ucraina e rilancia il sogno americano

“L’America è tornata… e il sogno americano sta crescendo, più grande e forte che mai”. Con queste parole, Donald Trump ha aperto il suo discorso sullo Stato dell’Unione davanti al Congresso, ma ha atteso quasi la conclusione del suo intervento – il più lungo mai tenuto da un presidente americano con i suoi 100 minuti, superando il record di Bill Clinton nel 2000 – per rivelare l’annuncio più atteso: un possibile punto di svolta sulla questione ucraina.
“Ho ricevuto una lettera importante dal presidente ucraino Zelensky, in cui si dichiara pronto ad avviare i negoziati di pace e a firmare l’accordo sulle terre rare in qualsiasi momento”, ha affermato Trump, confermando ufficialmente quanto anticipato dallo stesso leader ucraino su X. Il presidente USA ha detto di “apprezzare” questa apertura e ha aggiunto che anche da Mosca sono arrivati “segnali chiari” di disponibilità a negoziare.
Tuttavia, Trump non ha risparmiato critiche all’Europa, accusandola di aver investito “più soldi nell’acquisto di gas e petrolio russi che nella difesa dell’Ucraina”. Ha inoltre attaccato il suo predecessore, Joe Biden, accusandolo di aver speso più fondi statunitensi nella guerra rispetto agli alleati europei.
Dazi, confini e politica estera: la linea dura di Trump
Nel suo intervento, Trump ha difeso la sua politica dei dazi, nonostante il crollo dei mercati finanziari, sostenendo che le tariffe doganali “non servono solo a proteggere i posti di lavoro americani, ma anche l’anima del nostro Paese”, pur ammettendo che potrebbero causare “alcuni piccoli disagi”. Ha poi ribadito che gli Stati Uniti risponderanno con dazi su dazi e tasse su tasse, chiedendo a Messico e Canada di fare di più per contrastare il traffico di fentanyl e l’immigrazione clandestina, lasciando però aperto uno spiraglio per un compromesso.
Sul fronte internazionale, il presidente ha dichiarato la volontà di riprendere il controllo del Canale di Panama, in parte già sottratto alla Cina grazie all’acquisizione di due porti da parte di BlackRock. Ha inoltre riaffermato l’intenzione di acquisire la Groenlandia, “in un modo o nell’altro”, pur precisando di voler rispettare il diritto di autodeterminazione della popolazione locale.
Proteste e tensioni in aula
Il discorso ha visto un forte sostegno da parte dei repubblicani, mentre tra le fila democratiche non sono mancate contestazioni. Alcuni parlamentari hanno boicottato l’evento, altri hanno interrotto ripetutamente il presidente, e un deputato è stato addirittura espulso dall’aula. Tra il pubblico democratico erano presenti vittime delle politiche di Trump, mentre deputate e senatrici del partito si sono vestite di rosa per manifestare la loro opposizione e difendere i diritti riproduttivi.
Durante la seduta, alcuni manifestanti hanno esposto cartelli di protesta, tra cui uno con la scritta “Musk steals” (“Musk ruba”). Trump, tuttavia, ha elogiato Elon Musk e difeso la sua strategia di deregolamentazione per contrastare quella che ha definito “una burocrazia onnipotente e composta da non eletti”. Il presidente ha poi elencato quelli che considera sprechi del governo, includendo anche un presunto caso nell’enclave del Lesotho, in Sudafrica, che ha definito in modo sprezzante “un Paese di cui nessuno ha mai sentito parlare”.
Trump tra propaganda e promesse futuristiche
Nel suo discorso, Trump ha duramente attaccato l’amministrazione Biden, accusandola di aver lasciato agli USA un’economia disastrata e un’inflazione fuori controllo, citando persino il prezzo delle uova come esempio del fallimento economico del suo predecessore. Ha inoltre promesso una lotta senza quartiere contro i cartelli della droga e ha chiesto al Congresso più finanziamenti per la deportazione di massa degli immigrati irregolari e per la realizzazione di un sistema di difesa missilistica simile all’Iron Dome israeliano.
Infine, non sono mancate le sue tipiche dichiarazioni trionfalistiche: “Abbiamo realizzato in 43 giorni più di quanto molte amministrazioni abbiano fatto in 4 o 8 anni. E siamo solo all’inizio”. Ha poi concluso con un messaggio di ottimismo e determinazione: “L’America sta tornando più forte, più fiera, più sicura. Il sogno americano è inarrestabile, e il nostro Paese è vicino a una rinascita che il mondo non ha mai visto prima e forse non vedrà mai più”.