Ancora Disordini nel Carcere Minorile di Catania Bicocca

Il carcere minorile di Catania Bicocca è stato teatro di un nuovo episodio di tensione, come denunciato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE), rappresentato dal delegato nazionale Francesco Pennisi. La sera scorsa, intorno alle ore 20:00, un detenuto di origine nordafricana ha appiccato il fuoco ai mobili della sua cella subito dopo la chiusura serale. La situazione è rapidamente degenerata: una fitta nube di fumo nero, causata in gran parte dal materasso che avrebbe dovuto essere ignifugo, ha invaso l’intera sezione detentiva, creando pericolo per altri detenuti presenti.

Grazie al tempestivo intervento del personale di Polizia Penitenziaria, è stato possibile salvare il detenuto e garantire l’evacuazione degli altri dieci ragazzi presenti nella sezione. Gli agenti, pur non equipaggiati con dispositivi idonei, hanno rapidamente messo in salvo i detenuti, sebbene due di loro siano rimasti intossicati e abbiano dovuto ricevere cure mediche prima di poter rientrare a casa.

“Questo ennesimo grave episodio si è concluso positivamente, ma fino a quando potremo sperare che vada sempre così?”, ha dichiarato Pennisi. Il SAPPE ha espresso il proprio malcontento, lamentando l’assenza di interventi concreti da parte delle istituzioni e chiedendo contromisure adeguate per evitare ulteriori rischi per gli agenti.

Anche Donato Capece, segretario generale del SAPPE, è intervenuto con un appello diretto alle istituzioni: “La violenza e la tensione che i poliziotti affrontano quotidianamente nel carcere minorile di Catania sono intollerabili. È inaccettabile che gli agenti debbano rischiare la propria sicurezza, sottoposti a intossicazioni e aggressioni per mantenere l’ordine in un ambiente che sempre più spesso è teatro di sommosse e disordini”. Capece ha ribadito l’urgenza di azioni concrete per garantire l’incolumità degli agenti e ristabilire sicurezza nelle strutture detentive, esortando alla “tolleranza zero” nei confronti dei detenuti violenti che continuano a delinquere impunemente.