Catania: agente penitenziario aggredito nel carcere di Piazza Lanza, è allarme sicurezza

Nuovo episodio di violenza nel carcere di Piazza Lanza a Catania, dove un agente di polizia penitenziaria è stato brutalmente aggredito da un detenuto con problemi psichici. Il detenuto, di origini pugliesi, ha colpito l’agente con calci e pugni, causandogli un trauma cranico per il quale è stato necessario il trasferimento in ospedale. I medici gli hanno assegnato una prognosi di 15 giorni.

L’aggressione è avvenuta giovedì scorso e ha coinvolto anche un secondo agente intervenuto per aiutare il collega. Quest’ultimo, colto da malore durante l’intervento, è stato portato in ospedale, dove gli sono stati diagnosticati sette giorni di prognosi.

A denunciare l’accaduto è stato il Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), attraverso il delegato per la Sicilia, Francesco Pennisi, che ha espresso forte preoccupazione per le condizioni di lavoro nel carcere catanese. “Il personale è esausto e sfiduciato. Riceviamo solo promesse e protocolli operativi che restano inapplicabili nella realtà di tutti i giorni. Il personale ha bisogno di garanzie e di essere protetto durante e dopo gli interventi per mantenere l’ordine e la sicurezza,” ha dichiarato Pennisi.

Anche il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha commentato duramente l’episodio, definendo la situazione nelle carceri italiane “insostenibile”. “Il carcere è diventato come l’inferno dantesco, e questo è intollerabile. È necessario intervenire con urgenza per garantire la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria, che continuano a lavorare in condizioni di estrema difficoltà,” ha affermato Capece.

Capece ha sottolineato la necessità di affrontare alla radice il problema della sicurezza nelle carceri: “Da anni chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, che rappresentano circa un terzo della popolazione carceraria italiana, per far loro scontare la pena nei Paesi di origine. È indispensabile anche riaprire gli ospedali psichiatrici giudiziari per gestire i detenuti con disturbi mentali, che oggi sono inseriti nel circuito detentivo ordinario, creando situazioni di rischio per il personale e per gli altri detenuti.”

Il segretario generale del Sappe ha inoltre evidenziato la necessità di maggiori investimenti per migliorare la gestione della sicurezza nei penitenziari italiani. “Abbiamo bisogno di più tecnologia, di strumenti di controllo avanzati e di un incremento del personale. Gli agenti di polizia penitenziaria continuano a garantire sicurezza e ordine nonostante condizioni di lavoro logoranti. È il momento che lo Stato intervenga con decisione per tutelare chi ogni giorno è in prima linea nella gestione delle carceri.”