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Cosa Nostra 2.0: Estorsioni, Droga e Scommesse Online al centro dell’Operazione Antimafia

L’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che ha portato all’emissione di 181 provvedimenti, avrebbe scoperchiato un sistema criminale in continua evoluzione, capace di mescolare affari tradizionali con nuove opportunità. Tra gli arrestati spicca Angelo Barone, imprenditore considerato secondo l’accusa, tra i principali gestori delle scommesse online illegali e ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di Carini.

L’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Marzia Sabella ha portato alla luce un presunto sistema di estorsioni più sofisticato rispetto al passato. Se un tempo prevalevano le intimidazioni fisiche, oggi i clan preferiscono strategie più subdole, come il “pizzo a rate” o addirittura fatturato come servizio legale, una pratica utilizzata, secondo la ricostruzione, da Alfonso Di Cara, ritenuto esattore del pizzo di Porta Nuova. I magistrati sottolineano come questo approccio sia volto a ridurre proteste e indagini. Tuttavia, non mancano casi in cui gli stessi commercianti si rivolgono ai clan per risolvere controversie. Un esempio è quello di un titolare di un lido a Barcarello che avrebbe chiesto ai mafiosi di intervenire per risolvere un conflitto con un concorrente. Secondo il generale Luciano Magrini, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo, solo in pochi casi si sono registrate denunce.

Il narcotraffico continua a essere una delle principali fonti di guadagno per Cosa Nostra. I boss di diverse zone, avrebbero ristabilito contatti con i grandi distributori nazionali, imponendo il controllo sulle reti di spaccio locali. I pusher che non accettano di vendere la loro merce sono costretti a versare una percentuale sugli incassi o un contributo fisso mensile. Gli inquirenti sottolineano che, sebbene alcuni uomini d’onore più anziani si dissocino da queste attività, il traffico di stupefacenti garantisce alla mafia flussi di denaro costanti.

Un altro settore in forte espansione è quello delle scommesse online illegali, in cui si distingue Angelo Barone. Considerato uno dei protagonisti del settore, avrebbe creato una rete di siti .com non registrati, evadendo il fisco e destinando parte dei profitti ai clan. Le chat intercettate mostrano transazioni milionarie e incontri tra Barone e il boss di Carini, Giuseppe Lo Duca, per definire strategie operative. Gli investigatori lo accusano di associazione mafiosa per aver gestito la filiera di distribuzione del gioco d’azzardo illegale e garantito guadagni costanti alla cosca.

L’inchiesta dimostra che Cosa Nostra è ancora una struttura dinamica, in grado di reclutare nuove leve, sfruttare le tecnologie e corrompere imprenditori. Alcuni operatori economici continuano a vedere i clan come un male necessario per risolvere problemi, rafforzando così il potere dell’organizzazione. La sfida principale rimane quella di spezzare il legame tra economia legale e criminale, perché finché ci saranno commercianti disposti a pagare il “pizzo amichevole” o imprenditori che si affidano ai clan per protezione, Cosa Nostra continuerà a prosperare.

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Published by
Alfio Musarra