Crisi idrica in Sicilia: Pronto il secondo piano con oltre 130 progetti e 200 interventi per i Comuni

Renato Schifani

In risposta alle dichiarazioni del ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, durante il question time alla Camera dei deputati, Palazzo d’Orleans ha chiarito che la Regione Siciliana ha già avviato la seconda fase del piano per affrontare la crisi idrica. Il Commissario delegato all’emergenza ha trasmesso al Dipartimento nazionale della Protezione civile una proposta con oltre 130 progetti, sviluppati sulla base delle esigenze delle ATI, dei gestori idrici e dei Comuni. Inoltre, sono stati predisposti più di 200 interventi per riparazioni e per l’acquisto di autobotti, per un valore di oltre 8 milioni di euro destinati ai Comuni siciliani.

Attualmente, il piano è in fase di discussione con la Protezione civile nazionale, e si stanno valutando le osservazioni provenienti dalle autorità nazionali, dai Comuni e dai gestori. Dopo numerosi incontri con le ATI, l’ultimo dei quali si è tenuto ieri, il piano è pronto per essere inviato a Roma con l’obiettivo di garantire una risposta tempestiva ed efficace alla crisi idrica.

Le cause della crisi idrica in Sicilia non sono solo legate alla siccità, ma anche a decenni di carenze nella manutenzione delle infrastrutture. Il governo regionale ha comunque intrapreso azioni concrete, con lo stanziamento di 20 milioni di euro approvato dal Consiglio dei ministri e ulteriori fondi dal bilancio regionale. Tuttavia, ulteriori risorse sono necessarie per completare gli interventi in corso.

Nello Musumeci, parlando in Aula, ha sottolineato come la mancanza di programmazione pluridecennale abbia aggravato la situazione, citando come esempio l’istituzione tardiva, nel 2018, dell’Autorità di bacino del distretto idrografico siciliano.

Dall’altra parte, Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva, ha criticato duramente l’approccio del governo regionale, evidenziando che l’emergenza è attuale e richiede interventi immediati. Faraone ha denunciato il fatto che alcuni cittadini siciliani sono senza acqua da mesi, mentre altri vivono con turnazioni estremamente limitate. Ha inoltre sottolineato che la crisi idrica sta colpendo gravemente anche l’economia agricola, con un impatto devastante sulla produzione di arance e olive nelle province di Catania e Trapani.