Emilia Romagna: fiumi esondati e migliaia di persone evacuate | Razza (FdI-ECR), appello per un intervento europeo
La regione Emilia Romagna è nuovamente colpita da un grave evento climatico. Migliaia di persone sono state evacuate, principalmente nella provincia di Ravenna, ma anche nelle zone di Forlì e Bologna, dove le piogge incessanti continuano a causare danni ingenti. Dopo l’alluvione del maggio 2023, che devastò la Romagna, un altro evento climatico estremo ha colpito duramente le stesse aree.
Nelle ultime 24 ore, sono stati effettuati più di 500 interventi di soccorso in tutta la regione Emilia Romagna. Al momento non si registrano altre vittime o dispersi oltre ai due casi di Bagnacavallo. Gli sfollati sono oltre un migliaio, con 800 persone evacuate nel Ravennate e altre 165 nel Bolognese. Molti di loro hanno trascorso la notte nei centri di accoglienza predisposti dalle autorità locali.
Appello europeo: Razza (FdI-ECR) chiede rafforzamento della Protezione Civile e revisione del Fondo di Solidarietà
“È urgente potenziare l’apparato europeo di Protezione Civile e rivedere le regole di accesso al Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea, che deve essere ampliato già dal bilancio del 2025, poiché attualmente fornisce solo un ristoro parziale per i bilanci pubblici”, ha dichiarato l’eurodeputato di FdI-ECR, Ruggero Razza, intervenendo nel dibattito sull’adattamento ai cambiamenti climatici al Parlamento europeo.
“L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stimato un impatto economico di 110 miliardi di euro dovuto alle catastrofi climatiche solo negli anni 2021 e 2022. Questo peso è aumentato nel 2023 e crescerà ulteriormente nel 2024”, ha proseguito Razza. “In Sicilia, la mia regione, i danni all’agricoltura hanno superato i 3 miliardi di euro e il Governo italiano sta intervenendo tramite il Commissario per la siccità e l’emergenza idrica, con la costruzione di dissalatori, impianti e dighe.”
Razza ha concluso sottolineando la necessità di una risposta europea più incisiva: “Le risorse per la gestione ordinaria attraverso le politiche di coesione non sono più sufficienti. Serve un Fondo pluriennale per la prevenzione e la tutela del territorio, che affianchi gli strumenti attuali. Solo così potremo dare risposte concrete agli agricoltori e alle comunità locali.”