I Nutellomani in caccia della Nutella vegana: il nuovo prodotto cult che fa discutere

I fan della Nutella sono già in azione come caimani, pronti a perlustrare pianure e campagne, setacciare scaffali di supermercati e negozietti alla ricerca di un trofeo che è diventato una vera e propria risposta a una grande domanda: che sapore ha la Nutella vegana? In un barattolo con il tappo verde, identico nell’aspetto al classico, eterno e intramontabile, potrebbe trovarsi la soluzione a questo quesito.

Appena arrivata sul mercato, è già un prodotto di culto, difficile da trovare per il momento. Ma presto tutti sapranno la verità: apriranno il barattolo, immergeranno il cucchiaio (non si accettano cucchiaini o esitanti), assaggeranno e scopriranno finalmente il suo gusto, il suo aroma e, soprattutto, se la cremosità è davvero la stessa. Il sacro mistero della Nutella vegana sarà svelato.

Su TikTok, alcuni pionieri dell’assaggio si sono già espressi con video e recensioni iniziali, per lo più positive. Secondo questi primi tester, la “Nutella Plant Based” mantiene tutte le caratteristiche della versione classica: stesso sapore, forse con un tocco di dolcezza in più (bilanciato dall’aggiunta di sale) e identica consistenza. Questo fa ben sperare gli intolleranti al lattosio, dato che nella versione “green” non è presente il latte scremato in polvere, e i cosiddetti “flexitariani”, coloro che scelgono di ridurre le proteine animali nella loro dieta: un pubblico che in Italia conta circa 12 milioni di persone.

Per arrivare al vasetto finale ci sono voluti dieci anni di sperimentazioni e diciotto mesi di lavoro intensivo. La presentazione alla stampa è avvenuta ieri e, nei prossimi giorni, la Nutella vegana sarà disponibile nei punti vendita di Italia, Francia e Belgio, i primi mercati di lancio, a cui seguirà il resto d’Europa nel 2025. Una piccola porzione del mezzo miliardo di tonnellate di Nutella consumate in 170 paesi ogni anno.

Quando il 20 aprile 1964 uscì dallo stabilimento di Alba il primo barattolo della celebre crema spalmabile, ideata da Michele Ferrero, nessuno avrebbe potuto immaginare che, sessant’anni dopo, sarebbe esistita anche una versione “100% vegetale”. Ma oggi non si può ignorare che le proteine animali non sono più considerate adatte a tutti. Si cerca un’alimentazione più equilibrata, sperando di smentire il vecchio detto secondo cui le cose più buone sono quelle che fanno più male.

La Nutella vegana, approvata dalla “Vegetarian Society”, è priva di glutine come la versione classica. Non viene prodotta ad Alba, ma nello stabilimento di Sant’Angelo dei Lombardi, in Irpinia, una zona in cui la Ferrero raccoglie nocciole da decenni. Questa nuova versione rappresenta un’evoluzione del prodotto che ha visto l’arrivo di snack, biscotti, muffin, croissant e gelati alla Nutella negli ultimi vent’anni, soddisfacendo così ogni palato.

Michele Ferrero, il leggendario “titolare”, aveva compreso, come Adriano Olivetti, che un lavoratore felice è più produttivo, e investì nel benessere dei suoi dipendenti con welfare sociale, asili per i bambini, assistenza medica gratuita e premi di produzione, tanto che in azienda non si registrò mai un giorno di sciopero. Ferrero assaggiava personalmente ogni nuovo prodotto e visitava di nascosto i supermercati per osservare le scelte dei consumatori e l’esposizione dei suoi prodotti.

Eppure, nemmeno lui avrebbe potuto immaginare che un giorno, tra gli ingredienti segreti della Nutella, oltre a nocciole, zucchero, olio di palma, cacao, lecitina di soia e vanillina, sarebbero comparsi farina di ceci e sciroppo di riso. Ingredienti sorprendenti, forse più adatti a una zuppa, ma che oggi fanno il loro ingresso nei barattoli da 350 grammi della nuova Nutella vegana, al prezzo consigliato di 4,49 euro. E il dibattito è appena iniziato.