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Inchiesta Athena: si avvicina un punto di svolta con l’udienza del Tribunale del riesame

Un terremoto giudiziario scuote Paternò. Da mesi la città è sotto pressione, con le indagini dell’operazione “Athena” che hanno colpito i vertici dell’amministrazione comunale. Oggi si attende un momento decisivo con l’udienza del Tribunale del riesame, che potrebbe segnare una svolta nell’inchiesta.

Gli indagati principali, accusati di voto di scambio politico-mafioso, sono il sindaco Nino Naso, l’assessore dimissionario Turi Comis, l’ex assessore Pietro Cirino, il boss Vincenzo Morabito e Natale Benvenga, ritenuto dall’0accusa affiliato alla criminalità organizzata. L’indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Paternò, arriva a un momento cruciale dopo mesi di attesa.

La strategia di voto e le accuse dei PM

Secondo l’accusa, l’elemento centrale della vicenda riguarda l’assunzione temporanea di due persone legate all’associazione mafiosa all’interno della ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti a Paternò. L’accusa sostiene che l’assunzione sarebbe avvenuta in cambio di un sostegno elettorale in vista delle elezioni comunali del 2022. Tuttavia, il giudice per le indagini preliminari, Sebastiano Di Giacomo Barbagallo, non ha ritenuto sussistenti prove sufficienti per emettere una misura cautelare nei confronti degli indagati.

Nonostante ciò, i pubblici ministeri Alessandra Tasciotti e Tiziana Laudani, insieme al procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, hanno fatto appello contro questa decisione, richiamando una recente sentenza della Cassazione che amplia la definizione di scambio elettorale, includendo non solo il denaro, ma anche altri benefici come assunzioni e altre utilità.

Il ruolo di Comis e Cirino nella vicenda

Secondo gli inquirenti, l’assessore dimissionario Turi Comis avrebbe avuto un ruolo di collegamento tra l’associazione mafiosa e l’amministrazione comunale, venendo descritto come il “referente” di Natale Benvenga all’interno del comune. Anche l’ex assessore Pietro Cirino è coinvolto, accusato di avere consolidato i rapporti con il clan. Cirino è già stato arrestato e attualmente si trova ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Le difese degli indagati

Sia il sindaco Naso che l’ex assessore Comis hanno sempre respinto le accuse, dichiarando la loro estraneità ai fatti contestati. Il caso, che ha scosso profondamente la comunità di Paternò, attende ora la decisione del Tribunale del riesame, che potrebbe dare un nuovo impulso all’inchiesta o chiudere definitivamente questa fase delle indagini.

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Redazione