Prosegue l’impegno di Ance Catania nel sociale con un progetto che punta a coniugare formazione professionale, reinserimento sociale e contrasto alla recidiva. Grazie a un protocollo firmato dai Costruttori etnei, dall’Associazione Difesa e Giustizia APS ETS, dall’Ente Scuola Edile e dall’UDEPE di Catania, si concretizza un piano di rieducazione per soggetti sottoposti a misure alternative alla detenzione, attraverso il lavoro e la specializzazione tecnica.
Il protocollo, che si ispira agli articoli 15 e 17 della Costituzione, mira a rendere il trattamento dei detenuti un’opportunità di crescita attraverso istruzione, formazione e lavoro. «Tra i nostri obiettivi c’è quello di promuovere la qualificazione professionale nel settore edile, rispondendo alle esigenze delle imprese e, allo stesso tempo, favorendo il reinserimento sociale di chi affronta percorsi di giustizia riparativa» ha dichiarato Rosario Fresta, presidente di Ance Catania. «Questo protocollo rappresenta un duplice vantaggio: da un lato soddisfa la domanda di forza lavoro qualificata, dall’altro garantisce alle persone private della libertà personale la possibilità di ricostruirsi una vita autonoma e dignitosa».
L’Ente Scuola Edile, come sottolineato dal presidente Carmelo Belfiore, si occuperà di formare i beneficiari del progetto, offrendo loro competenze tecniche e supporto nel cambiamento degli stili di vita. «Il lavoro è uno strumento chiave per il reinserimento sociale – ha affermato – perché rappresenta un punto di partenza concreto per partecipare attivamente alla vita della comunità».
Il protocollo ha una durata di un anno, rinnovabile, e consolida l’impegno delle parti coinvolte nel promuovere percorsi inclusivi. «Questo accordo rafforza l’idea che formazione e lavoro debbano essere centrali nei percorsi di riscatto» ha spiegato Massimo Ferrante, presidente dell’Associazione Difesa e Giustizia. «Non si tratta solo di offrire opportunità, ma di costruire nuovi modelli di vita che riducano il rischio di recidiva».
La direttrice dell’UDEPE di Catania, Mariapia Fontana, ha evidenziato l’importanza del progetto per ampliare le possibilità di inclusione sociale dei detenuti: «La formazione tecnico-professionale nel settore edile rappresenta un concreto strumento per orientarsi nel mercato del lavoro, offrendo un’alternativa valida alla devianza. L’autonomia economica è un passo cruciale per prevenire condotte illecite e garantire un futuro migliore».
Grazie a questo protocollo, il reinserimento sociale diventa non solo un obiettivo, ma una strategia condivisa per assicurare ai detenuti una reale opportunità di riscatto e autonomia.