Kamala Harris, candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti, ha presentato un ambizioso piano economico per ricostruire la classe media americana, ribattezzato dai media come “Kamalanomics”. Il suo programma include la costruzione di tre milioni di case a basso costo, aiuti economici alle famiglie e misure per frenare le speculazioni sui prezzi, con un costo complessivo stimato tra 1,7 e 2 trilioni di dollari. Harris prevede di finanziare queste iniziative aumentando le tasse sui più ricchi e sulle grandi imprese.
Mentre Donald Trump definisce il piano “comunismo”, Harris preferisce chiamarlo “opportunity economy”, un’economia che offre opportunità a tutti, sostenuta da una “care economy” per garantire servizi e assistenza a chi ne ha più bisogno. La proposta mira a riorientare il Partito Democratico verso il sostegno ai lavoratori e alle loro famiglie, distanziandosi dalle politiche neoliberiste del passato che avevano alimentato il risentimento sociale, sfruttato da populismi come quello di Trump.
Tre milioni di case a basso costo: Il piano prevede la costruzione di tre milioni di abitazioni a basso costo in quattro anni per aumentare l’offerta di case e ridurre i prezzi. Harris propone un fondo di 40 miliardi di dollari per l’edilizia popolare e incentivi fiscali per i costruttori. Il governo fornirà anticipi fino a 25.000 dollari per chi acquista la prima casa e bloccherà l’acquisto massiccio di appartamenti da parte di investitori speculativi. Saranno introdotte anche misure per contenere gli affitti, come il divieto di algoritmi che li aumentano indiscriminatamente.
Controllo delle speculazioni sui prezzi: Harris vuole affrontare l’inflazione attribuendone parte della colpa all’avidità delle aziende, vietando le speculazioni sui prezzi di beni essenziali come il cibo. Il suo programma prevede anche di ripristinare il credito fiscale per i figli, aumentandolo da 3.600 a 6.000 dollari, e di limitare il costo dell’insulina a meno di 35 dollari e il totale delle spese per le medicine a 2.000 dollari l’anno.
Rafforzare la “Care Economy”: Il piano mira anche a sostenere la crescita demografica e a ridurre i costi legati all’infanzia con asili nido, scuole materne e servizi di assistenza per l’infanzia gratuiti. Harris spera anche di introdurre il congedo familiare pagato, una misura già realizzata in Minnesota dal suo vice Walz, quando era governatore.
Il costo del piano, stimato tra 1,7 e 2 trilioni di dollari, sarà finanziato attraverso un aumento delle tasse. Harris appoggia il piano di Biden per raccogliere 5 trilioni di dollari di entrate fiscali aggiuntive in dieci anni. Questo include l’aumento delle aliquote fiscali per le grandi corporation dal 21% al 28% e per i contribuenti più ricchi dal 37% al 39,6%. Quindi, le famiglie con un reddito superiore a 400.000 dollari l’anno vedranno un aumento delle tasse, mentre per le altre famiglie ci sarà una riduzione.
Le previsioni, tuttavia, indicano che questi aumenti potrebbero non essere sufficienti per coprire interamente il costo delle proposte, e potrebbero frenare le attività economiche, influenzando negativamente il gettito fiscale. Trump ha criticato il piano di Harris, ma anche presidenti repubblicani come Nixon avevano adottato misure simili per controllare i prezzi. Harris invece, si ispira a una legge proposta dalla senatrice Elizabeth Warren che renderebbe illegale vendere beni o servizi a prezzi eccessivi rispetto alla media di mercato degli ultimi sei mesi, mentre l’economista Paul Krugman ha accolto positivamente le proposte di Harris, soprattutto per quanto riguarda i crediti fiscali per i figli, che generano benefici economici a lungo termine. Tuttavia, Krugman ha espresso qualche riserva sulle misure per l’edilizia, sostenendo che il problema principale è rappresentato dai piani regolatori che frenano l’espansione dell’edilizia popolare.