Le nuove regole sul “bavaglio” giudiziario in discussione

In queste settimane, le commissioni Giustizia di Camera e Senato stanno esaminando una misura molto discussa: il cosiddetto “bavaglio” sulle ordinanze di custodia cautelare, inizialmente proposto da Enrico Costa nel dicembre 2023, quando era responsabile Giustizia di Azione. Oggi Costa è rientrato in Forza Italia, ma la proposta ha trovato sostegno, in particolare da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Quest’ultimo ha presentato il decreto legislativo che attua la norma già approvata dalle Camere nella legge di Delegazione europea, ma il decreto è in attesa del parere consultivo delle due commissioni Giustizia da circa un mese.

Le commissioni devono esprimere delle “osservazioni” che, pur non essendo vincolanti per il governo, hanno un peso rilevante. Si prevede che il parere sarà pronto entro una settimana. E qui arriva la novità: i due relatori di maggioranza, Sergio Rastrelli per il Senato e Andrea Pellicini per la Camera, entrambi esponenti di Fratelli d’Italia, sono favorevoli a introdurre una nuova regola che preveda sanzioni più severe per chi viola il divieto di pubblicare le ordinanze giudiziarie.

Le sanzioni proposte

Nel parere delle commissioni, che riguarda il divieto di pubblicazione integrale delle ordinanze e la possibilità di pubblicare solo un riassunto, sarà incluso un invito esplicito al governo affinché preveda sanzioni per chi pubblica stralci delle carte giudiziarie. Le sanzioni saranno di due tipi:

Multe più pesanti: Attualmente, la violazione del divieto è punita con una multa tra i 51 e i 258 euro (articolo 114 del codice di procedura penale). La proposta mira a rendere la multa molto più salata, eliminando l’alternativa di una pena detentiva di 30 giorni.

Responsabilità per le aziende editoriali: Si propone inoltre di applicare il decreto legislativo 231 del 2001, estendendo la responsabilità alle aziende editoriali che pubblicano, nell’interesse o a vantaggio dell’ente, materiale giudiziario. Questo includerebbe sanzioni per le aziende quando la pubblicazione aumenta la diffusione o il profitto.

Estensione del “bavaglio” ad altri atti giudiziari

La proposta non si ferma qui. Gli esponenti della maggioranza vogliono estendere il “bavaglio” anche ad altri atti giudiziari, oltre le ordinanze di custodia cautelare. Questo includerebbe decreti di perquisizione, ordini di sequestro e ordinanze del riesame, già coperti dal segreto processuale, ma spesso pubblicati dai media. Un esempio citato è l’ordine di perquisizione notificato a Luca Palamara nel maggio 2019, finito sulle prime pagine dei giornali. Con le nuove regole, ciò non sarebbe più possibile, e le sanzioni colpirebbero sia i giornalisti che le aziende editoriali.