Legalità e cultura antimafia, il ruolo delle scuole e della società civile

Un’aula gremita e attenta, quella del liceo Vaccarini di Catania dove questa mattina si è tenuto un incontro di alto valore educativo e civico sul tema della legalità e del contrasto alle mafie. L’iniziativa, promossa dall’Associazione Nazionale Antimafia “Maresciallo Giuseppe Agosta” in collaborazione con il Rotary Club “Etica e Legalità”, ha visto protagonisti rappresentanti delle forze dell’ordine, magistrati, giornalisti e, soprattutto, gli studenti, destinatari di un messaggio che mira a seminare consapevolezza e responsabilità.

L’apertura è stata affidata al giornalista investigativo Pierluigi Di Rosa, editore e responsabile della testata d’inchiesta Sud Press, che ha introdotto i lavori con parole di forte impatto: «Il concetto di legalità non è un’astrazione, ma la garanzia concreta di poter vivere liberamente e coltivare i propri sogni. Ed è un bene oggi sotto attacco, che dobbiamo difendere insieme, con consapevolezza e determinazione». Di Rosa ha poi evidenziato come la legalità sia spesso minata proprio da chi detiene potere e dovrebbe garantirla, ricordando anche le difficoltà che il giornalismo d’inchiesta affronta nel raccontare verità scomode.

Accanto a lui, figure istituzionali di primo piano: il maggiore Angelo Mancuso, responsabile della sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri presso la Procura della Repubblica di Catania, ha spiegato con efficacia quanto la mafia si sia trasformata, passando da una struttura militare ad una più subdola e pervasiva, capace di infiltrarsi nell’economia, nella politica e nella società civile. «L’attività repressiva non basta – ha ammonito – se non si afferma parallelamente una cultura della legalità diffusa, soprattutto tra i giovani».

Anche la sostituta procuratrice della Repubblica di Catania, dottoressa Musella, ha ribadito la complessità del contrasto al crimine organizzato, illustrando le difficoltà investigative e i rischi legati al depotenziamento degli strumenti fondamentali come le intercettazioni. «È fondamentale che ognuno faccia la propria parte, anche con piccoli gesti, come denunciare un sopruso o segnalare situazioni sospette. È così che si rompe il muro dell’omertà», ha dichiarato.

La presidente dell’associazione antimafia Agosta, la dottoressa Grillo, ha riportato l’attenzione sulla figura del maresciallo Giuseppe Agosta, prima vittima di mafia a Catania, ricordando l’importanza della memoria e del coraggio civile. «La mafia si combatte anche con la cultura – ha detto – e il nostro compito è costruire una narrazione alternativa a quella che, nei media e nelle serie tv, affascina i giovani con modelli di sopraffazione e arroganza. Prendete il buono anche dalle storie negative – ha esortato rivolgendosi agli studenti – ma costruite un vostro sistema di valori, non negoziabile».

Grande l’emozione tra i presenti, non solo per l’intensità degli interventi, ma anche per la partecipazione attiva degli studenti, che hanno posto domande puntuali su temi delicatissimi come l’evoluzione delle mafie, la gestione dei beni confiscati e il ruolo della giustizia nella tutela della collettività.

A chiudere i lavori, la dirigente scolastica Salvina Gemmellaro, che ha ringraziato relatori e organizzatori, sottolineando l’importanza di iniziative come questa per la formazione civica degli studenti: «Non è facile dire no – ha detto – ma è proprio questo il primo atto di legalità. E sono certa che oggi ciascuno di voi abbia messo un mattone in più nella costruzione del proprio futuro».

Un appuntamento che lascia il segno, dunque, e che conferma il valore di una rete educativa fatta di scuole, istituzioni, stampa libera e associazioni civiche. Perché la lotta alla mafia passa anche, e soprattutto, dai banchi di scuola.