Mattarella: “La speranza siamo noi, il futuro è nelle nostre mani”
Nel tradizionale discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto un messaggio di speranza e responsabilità agli italiani, richiamando l’urgenza della pace e la necessità di affrontare le sfide globali e nazionali con unità e impegno. In un periodo segnato da guerre, squilibri economici e crisi climatiche, il Presidente ha sottolineato l’importanza di coltivare fiducia nel futuro e trasformare questa speranza in azioni concrete.
Mattarella ha esordito ricordando le tragedie delle guerre in corso, dalla bambina morta assiderata a Gaza ai bombardamenti russi sull’Ucraina, che privano milioni di persone di luce e calore. Ha definito queste barbarie inaccettabili, sottolineando che la pace non può essere una resa alla prepotenza ma deve essere basata sul rispetto dei diritti umani e della dignità dei popoli. L’Italia, ha aggiunto, è chiamata a sostenere questi valori, come dimostrato durante la presidenza del G7.
Nel discorso il Presidente ha evidenziato le contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo: da un lato, i progressi della scienza e della tecnologia offrono soluzioni inimmaginabili; dall’altro, problemi strutturali come le disuguaglianze economiche, le liste d’attesa in sanità e la precarietà del lavoro rimangono irrisolti. Ha citato il divario tra Nord e Sud, il rischio di abbandono delle aree interne e montane, e l’esodo di giovani talenti all’estero come temi prioritari su cui intervenire. Questi fenomeni, ha detto, minano la coesione sociale e richiedono interventi concreti per colmare le distanze e garantire un’effettiva uguaglianza di diritti.
Mattarella ha poi rivolto un pensiero ai giovani, definendoli una risorsa straordinaria per il Paese. Ha evidenziato le sfide che affrontano, come il bullismo, l’uso di droghe e la violenza, spesso alimentati da modelli negativi diffusi sul web. Ha ribadito che è dovere della società ascoltare il loro disagio e offrire loro opportunità concrete. La crisi delle nascite, ha aggiunto, è un altro segnale preoccupante che richiede politiche mirate per garantire stabilità e prospettive migliori per le nuove generazioni.
Un altro tema centrale del discorso è stato il rispetto, definito come il primo passo per costruire una società più accogliente e solidale. Mattarella ha ricordato la necessità di tutelare la dignità di ogni individuo, compresi i detenuti, e ha sottolineato che gli incidenti sul lavoro e le morti in carcere sono tragedie che possono e devono essere prevenute. Ha lodato il patriottismo di medici, insegnanti, imprenditori e volontari, così come di chi lavora ogni giorno con dedizione per il bene comune. Ha anche espresso gratitudine ai militari impegnati in missioni internazionali e a coloro che, provenendo da altri Paesi, contribuiscono con il loro lavoro e la loro sensibilità alla crescita dell’Italia.
Guardando al futuro, il Presidente ha richiamato l’attenzione sull’importanza di prevenire i disastri legati al cambiamento climatico e di agire con responsabilità di fronte alla crescente povertà e alle nuove forme di criminalità, come le truffe agli anziani e la violenza online. Ha sottolineato che la partecipazione dei cittadini al voto e il rafforzamento delle istituzioni democratiche sono fondamentali per affrontare queste sfide.
Concludendo il discorso, Mattarella ha espresso riconoscenza per coloro che si impegnano a favore del bene comune, trasformando il dolore in una missione di speranza. Ha invitato gli italiani a unirsi nella costruzione di un futuro migliore, rifuggendo egoismo e indifferenza, e ha ribadito che la speranza non è un’attesa passiva ma un impegno condiviso. Con un caloroso augurio di pace e serenità, ha salutato il 2024 e dato il benvenuto al 2025: “Buon anno a tutti!”