Mille giorni senza contratto: Forze dell’ordine e vigili del fuoco in protesta contro il Governo
Lunga attesa per i contratti di lavoro delle forze dell’ordine italiane, ed è ormai esplosa la frustrazione tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari. Pietro Colapietro, segretario generale del Silp Cgil, ha denunciato questa situazione, portando alla luce il malcontento che coinvolge tutte le sigle sindacali, incluse quelle autonome come Aspmi, che rappresenta i militari. Anche i vigili del fuoco, in particolare, chiedono un rinnovo contrattuale e nuove assunzioni per far fronte alla crescente carenza di personale.
Nonostante i continui proclami governativi sull’importanza degli “uomini e delle donne in divisa”, la realtà è ben diversa. Colapietro afferma: “Il contratto di poliziotti, carabinieri, finanzieri e militari è scaduto da ben mille giorni. Il governo non investe nella sicurezza e adotta misure superficiali, senza affrontare le vere necessità delle forze dell’ordine”. La carenza di organico è un problema enorme, con oltre 3.000 poliziotti persi ogni anno e straordinari obbligatori pagati in ritardo.
Le difficoltà non risparmiano nemmeno i vigili del fuoco. Mauro Giulianella, coordinatore nazionale della Fp Cgil Vigili del fuoco, denuncia che la carenza di circa 4.000 unità operative e amministrative sta mettendo a dura prova la capacità di risposta alle emergenze, soprattutto considerando l’aumento degli interventi legati ai cambiamenti climatici. “Per rispondere alle richieste di soccorso, i vigili del fuoco sono costretti a sacrificare riposi e formazione”, aggiunge Giulianella.
Anche la rete dei sindacati militari chiede attenzione. Francesco Gentile, segretario generale di Aspmi, spiega che il governo ha stanziato solo 250 milioni di euro per i contratti della Pubblica Amministrazione, di cui solo 60 milioni destinati alle forze dell’ordine. Inoltre, denuncia il trattamento previdenziale svantaggioso: i militari e i poliziotti vanno in pensione a 60 anni con il sistema contributivo, arrivando a percepire solo il 58% dell’ultimo stipendio, rendendoli vulnerabili economicamente.
La protesta cresce, e i sindacati promettono di non fermarsi finché non verranno presi provvedimenti concreti per migliorare le condizioni di lavoro e il riconoscimento economico delle forze dell’ordine.